Spaccature e conflitti nella realtà Trans italiana?



Il coordinamento Trans Sylvia Rivera critica il documento congressuale di Arcilesbica in riferimento a "spaccature" nel movimento italiano Transgender.
Sono convinto che ciò che Arcilesbica ha scritto nel suo documento politico congressuale, sia documentato e corrisponda al vero; come penso che sia brutto costume da parte di certi movimenti considerarsi unici ed esclusivi rappresentanti di specifiche comunità di persone.

Zeno Menegazzi
Attivista Lgbt e socio Arcilesbica Verona

Primo Documento 2012 del Coordinamento Trans Sylvia Rivera
Ringraziamo Arcilesbica per l’invito a partecipare al loro congresso e averci dato la possibilità di esprimerci rispetto al suo documento congressuale. Non entriamo nel merito di tutto il documento ovviamente, ma riteniamo importante dare una risposta alla frase riportata dal documento - Differente è il nostro sguardo nei confronti della realtà trans*, che vediamo attraversata da pesanti spaccature e conflitti e che non offre, a nostro avviso, un’automatica e precisa scelta di partnership che sia adeguatamente rappresentativa a livello nazionale dell’universo transessuale e transgender e/o sufficientemente‘collaudata’ nella condivisione di metodi e obiettivi-. Leggere nelle parole del documento di “pesanti spaccature e conflitti” del mondo T ci ha piuttosto sorpres*, perché in realtà è vero l'esatto contrario! Ci piacerebbe però capire da Arcilesbica cosa vi ha fatto pensare ciò, quali sono stati i fattori oggettivi, oppure anche solo "di sensazione". E' importante capire ciò per meglio veicolare le informazioni in futuro e per far sì che l'idea di poche persone (seppur importante) possa non inficiare il lavoro che molte altre fanno da anni sul proprio territorio e, insieme, su tutto il nazionale. *** All’inaugurazione del nuovo Consultorio Transgenere a Torre del Lago Il 17 Dicembre 2011 il Coordinamento Trans Sylvia Rivera si è riunito in assemblea per fare il punto sull’esistente, tracciare i possibili percorsi per il futuro e su questo darsi degli obiettivi. Dopo una pausa, delle riunioni ma non delle attività interne, durata oltre un anno, le principali associazioni trans italiane riunite in quel contesto hanno sentito il bisogno e l’esigenza di dare forma e sostanza al Coordinamento stesso, ai suoi rapporti interni, a quelli con il movimento GLBT e, in generale, con quella preziosa rete sociale, culturale e politica di cui ci sentiamo parte e che “orgogliosamente” abbiamo contribuito a creare. Non è stato facile, nè scontato trovare un percorso unitario che garantisse l’autonomia dei singoli, ma il semplice fatto di ritenerlo necessario è stato senza dubbio il collante migliore. Il Coordinamento Sylvia Rivera si è formato nel 2006 alla presenza di tutte le associazioni trans italiane, per confrontarsi sulla questione della “malattia rara”(proposta dell’ONIG per sostituire l’attuale “disordine dell’identità di genere) e su problematiche che riguardavano tutti i soggetti presenti. Le sue azioni, metodologie e strategie sono state sempre improntate al massimo della trasparenza e della condivisione nel rispetto dello spirito di unità con cui esso è nato. L’interesse sulla questione “patologia” e “medicalizzazione” del percorso transessuale è stato sempre centrale all’interno del Coordinamento. Lo stesso tema, insieme a - senso e significato della storia trans - e - le parole che ci nominano- fu tema di confronto e dibattito del seminario Il Transito secondo i transitanti (Arezzo 9-11 Maggio 2008) un momento di approfondimento ed elaborazione di pensiero molto importante. La pubblicazione di Elementi di Critica Trans, che di quel seminario è l’atto scritto, rappresenta per noi (e non solo), il momento più avanzato di elaborazione politica, filosofica e culturale del Movimento Transessuale e Transgender in Italia. L’esperienza del Coordinamento ha risentito nel bene e nel male di tutte le vicissitudini e turbolenze che hanno attraversato il movimento GLBT negli ultimi anni, dovute quasi sempre alla particolarità del clima culturale e politico del paese segnato dalla recrudescenza delle destre, del conservatorismo religioso e da logiche elettorali partitiche. Durante il percorso ci sono state delle criticità legate a incomprensioni e ambiguità dettate più da logiche esterne ed estranee che da motivi reali, tutti fattori che hanno pesato sugli equilibri e le energie del Coordinamento stesso. Fortunatamente il tempo ha fatto si che quelle logiche, insieme alle strategie a cui esse rimandavano, si palesassero insieme alla loro ambiguità. Il Coordinamento è sempre più riconosciuto, anche all’esterno del mondo lgbt, come soggetto principale di interlocuzione politica, questo per noi è un grande traguardo, costruito non senza fatica, perché ogni volta che ci si allarga nella condivisione, si perde anche un po’ della propria identità. Noi tutte e tutti abbiamo provato a rinunciare a una parte della nostra singolarità per un obiettivo comune più grande, e questo non è un compito facile, soprattutto per la smania di protagonismo che pervade il mondo trans e, forse, quello lgbt in generale. Ad oggi le firme che compongono realmente e concretamente il coordinamento testimoniano la capacità di raccogliere ed elaborare le istanze della comunità trans, senza dover ricorrere alle logiche di reale o presunta rappresentatività. Il Coordinamento si è posto e continua a porsi come ponte nel rapporto tra mondo scientifico/accademico, mondo associativo ed esperienza transessuale, aprendo al dialogo, alle collaborazioni e alla comunicazione tra piani e livelli diversi ma non per questo separati, riconoscendo in tale confronto quel giusto equilibrio imprescindibile in qualsivoglia percorso di emancipazione delle persone transessuali. Comune denominatore delle realtà costituenti il Coordinamento è l’operatività, quello “sporcarsi le mani” nel dare risposte a bisogni, problemi e questioni reali che caratterizzano la vita delle persone transessuali. Con tutti i limiti che la difficile realtà italiana ci impone siamo riusciti con fatica a costruire e proporre un sistema condiviso e soprattutto riconosciuto di buone pratiche (servizi, progetti, azioni utili) spesso indispensabili, che agisce a livello locale e nazionale. Tutto questo per noi è un grande risultato che rivendichiamo con orgoglio. Per quanto detto e soprattutto per quanto è stato costruito, abbiamo bisogno di interlocutori validi con cui dialogare, per instaurare rapporti leali e costruttivi che pongano le basi per una più elevata qualità della vita, per un benessere che non è solo fisico e psicologico ma soprattutto culturale…di cui nel nostro paese tutte e tutti sentiamo la mancanza.

Il Coordinamento Trans Sylvia Rivera composto da: Ala Sportello Trans (MI), ATN (Associazione Transessuali Napoli), Consultorio Transgenere (Toscana), Gruppo Luna Maurice (TO), MIT Bologna, Associazione Princesa (GE), SAT Circolo Pink (VR). Aderisce e sottoscrive il documento Associazione Libellula (Roma)