Disgusto e umanità : L'orientamento sessuale di fronte alla legge / Martha C. Nussbaum

Sto leggendo questo libro:

e scherzando potrei dire che esso giustifica tutti i libri che ho regalato al Milk della medesima autrice, che propugnano una società inclusiva, ma che non parlano dei diritti LGBT.

Questo libro ora ne parla, in maniera interessante, ma non esattamente congruente con i pregiudizi vigenti in Italia.

L’autrice infatti inizia parlando del disgusto, un’emozione nata per dissuaderci dall’ingerire cibi potenzialmente contaminati, o dall’entrare in contatto con sostanze dannose, dacché gli omofobi angloamericani che ella cita cercano di suscitare il disgusto degli etero verso i gay maschi, accusati di pratiche sessuali antigieniche e di costituire un pericolo per la salute pubblica, e sostengono (implicitamente e qualche volta esplicitamente) che il disgusto di una persona per i comportamenti di un’altra, anche se non le procurano danno, è sufficiente motivo per vietarli.

Ora, a Verona abbiamo omofobi di tutte le categorie: dal cattolico integralista che attribuisce al suo dio il senso morale di un bambino dell’asilo al comunista che s’intestardisce a credere che l’omosessualità sia un artefatto del capitalismo; nessuno però ha mai accampato argomenti igienici contro l’omosessualità.

Questo secondo me per due motivi: il primo è che molte tecniche erotiche che gli americani sono convinti siano praticate solo dai gay in Italia sono praticate senza vergogna alcuna anche dalle coppie etero; perciò stigmatizzare i rapporti orali od anali con il pretesto dell’igiene significherebbe entrare in rotta di collisione con molte “famiglie tradizionali” e costringerle a far causa comune con i gay, in nome dell’inviolabile diritto alla privacy – e del fatto che chiunque può constatare che queste pratiche non sono di per sé motivo di allarme sanitario, dacché è possibile praticarle con igiene e sicurezza.

Poi, dire che i gay, viaggiando all'estero ed avendo rapporti con persone straniere, riportano germi pericolosi nel paese d'origine, e perciò dovrebbe essere vietato loro viaggiare (in America queste cose le dicono) farebbe scompisciare gli abitanti di un paese come l'Italia, che si premura di avvertire chi si reca all'estero che la legge italiana punisce i reati connessi alla prostituzione ed alla pornografia minorile, anche se commessi fuori dal patrio suolo - ed in maggioranza da persone eterosessuali!

In Italia si dà per scontato che si viaggia anche per godere (non con minori, mi raccomando!), ed anche gli omofobi hanno il senso della misura, negli USA no!

Il secondo motivo è il fatto che la maggior parte degli italiani è cattolica – e la chiesa cattolica basa la sua omofobia sull’essere l’omosessualità in contrasto con una presunta “legge naturale”. Ma il “libro della natura” (per usare un’espressione poetica) non parla al filosofo morale e non parla al giurista (lo aveva già stabilito David Hume nel 1739), e le persone usano la nozione di “legge naturale” solo per tentare di rendere indiscutibili i precetti a cui danno particolare importanza - un trucco che chi ha una formazione filosofica scopre immediatamente.

La “politica del disgusto” che giustamente stigmatizza la Nussbaum è una caratteristica più angloamericana che italiana; ma il rimedio che la Nussbaum propone per gli USA vale anche per l’italia: stimolare l’empatia, o meglio, quella che John Stuart Mill chiamava “humanity”, riprendendo il concetto ciceroniano di “humanitas”, ovvero la capacità di rivivere gli stati d’animo delle altre persone, rifiutandosi perciò di disumanizzarle e negare loro i diritti più elementari.

E vale sempre il principio di John Stuart Mill, cardine della teoria politica liberale, poco compatibile con il fanatismo religioso, per nulla con il totalitarismo nazifascista e comunista: la legge deve proibire solo ciò che reca danno alle altre persone – nessun altro giudizio le compete.

E non deve negare ad una persona ciò che concede ad un’altra senza una validissima ragione; e negare alle coppie gay o lesbiche il matrimonio che viene concesso alle coppie etero è una discriminazione per cui nessuno riesce più a trovare validi argomenti a favore.


Raffaele Ladu

Il caso SPETTACOLO "DIVERCITY" al Camploy - Primavera 2011

:: La Giunta apre ai Gay. Patrocinio allo spettacolo omosex. Corriere di Verona - 6.4.2011

Un interrogativo antropologico

Ho letto il libro
  • Gay e lesbiche [Testo a stampa] : Quando si è attratti da persone dello stesso sesso / Luca Pietrantoni ; Gabriele Prati. - 1a edizione. - Bologna : il Mulino, 2011. - 143 p. ; 20 cm. - (Farsi un'idea ; 191). - ISBN 9788815149206. - :      9,80 EUR
e ne raccomando la lettura a chiunque.

Semplice ed accattivante, con una bibliografia per chi vuole approfondire, spiega tutti i problemi che gay e lesbiche incontrano nella vita quotidiana, esamina alcune ipotesi eziologiche, e smonta molti pregiudizi omofobi.


C'è però un brano curioso sul quale vorrei il parere dei lettori (e soprattutto delle lettrici) a pagina 31:


(quote)


[...] I rituali d'iniziazione caratterizzati da comportamenti omosessuali riguardano non solo gli uomini, ma anche le donne. Tra gli aborigeni australiani esiste un rituale d'iniziazione che concerne pratiche sessuali tra donne.


Simili evidenze di variabilità cross-culturale nel comportamento omosessuale provengono dagli studi delle popolazioni in Lesotho (Africa del Sud), dove sono comuni rapporti affettivo-sessuali tra ragazze in cui la più giovane diventa la "bambina" e la più anziana la "mamma". La più grande è spesso una donna con un compagno, che offre alla più giovane un'educazione affettiva e sessuale. In queste società le relazioni intime tra donne anche sposate sono storicamente istituzionalizzate: una relazione con una _motsoalle_ (amica speciale) è celebrata pubblicamente con una festa che coinvolge la comunità e può coesistere assieme alla relazione con il marito, senza costituire per questo né una minaccia né un'alternativa al matrimonio. Gli studi antropologici hanno mostrato che le relazioni femminili omosessuali comunemente coesistono con il matrimonio eterosessuale.


L'antropologa Evelyn Blackwood ha preso in rassegna diversi esempi di relazioni omosessuali tra donne, descrivendo la _Muti_, termine con cui è designata una donna creola dell'America meridionale che ha relazioni sessuali con uomini e donne, o le congregazioni di sorelle, formatesi nel Sud della Cina nel XIX secolo, che prevedevano relazioni sessuali tra le donne che ne facevano parte. La ricercatrice ha messo in luce che nelle società patrilineari la sessualità della donna tende ad essere concepita in funzione dei desideri del marito e della riproduzione. Diversamente, nelle società in cui vi è uguaglianza tra i generi, come tra i Kung e gli aborigeni australiani, le donne possono partecipare a un'ampia gamma di pratiche sessuali con altre donne (ad esempio nell'adolescenza o sotto forma di rituali). 


(unquote)


Viene sempre il dubbio, leggendo cose del genere, che qualcuno si sia fatto fuorviare dalle sue fantasie, ma credo che questa volta non sia avvenuto; anche se il libro non riferisce tutte le fonti, credo di averle trovate con Google:
  1. http://molisa.wordpress.com/2009/10/02/women-in-lesotho-and-the-western-construction-of-homophobia/
    • (Riproduce in modo più leggibile il link 3)
  2. http://books.google.it/books?id=MXJfTLB4XvcC&pg=PA471&lpg=PA471&dq=motsoalle&source=bl&ots=MjaLDfrZbt&sig=nsAFG7DwWRFf1Y9NUIFcEA9QsTo&hl=it&ei=EXPhTbzHDM3NsgaxvPWJBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CC8Q6AEwAzgK#v=onepage&q=motsoalle&f=false
    • (non descrive la _motsoalle_, ma accenna ad una di loro e mostra perciò che l'istituzione non è decaduta)
  3. http://books.google.it/books?id=ZjbESL6YWU0C&pg=PA236&lpg=PA236&dq=motsoalle&source=bl&ots=WegRP8GDtr&sig=-EU1XQHtX68DxbwoYBFCvKJPOd4&hl=it&ei=1HLhTfmLMYTEsgatnNGQBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=10&ved=0CGcQ6AEwCQ#v=onepage&q=motsoalle&f=false
    • (la cosa più interessante del testo è che afferma che il caso della _motsoalle_ mostra che i diritti delle donne vanno di pari passo con l'accettazione del lesbismo: una società che ammette rapporti lesbici implicitamente riconosce la libertà delle donne; una società che impone l'eterosessualità le condanna alla soggezione)
  4. http://books.google.it/books?id=6QVVjOAKdVsC&pg=PA226&lpg=PA226&dq=motsoalle&source=bl&ots=MC_qK8vJm9&sig=NANJBuDreYIZB14bO6oenOo6_6k&hl=it&ei=1HLhTfmLMYTEsgatnNGQBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CD4Q6AEwAw#v=onepage&q=motsoalle&f=false
    • (la fonte principale di Pietrantoni e Prati, quella riprodotta in modo leggibile nel link 5)
  5. http://findarticles.com/p/articles/mi_m0341/is_2_56/ai_66419863/?tag=mantle_skin;content
    • (la prima pagina del lungo articolo di Evelyn Blackwood "Culture and Women's Sexualities" a cui fanno riferimento Pierantoni e Prati).
E sono perlopiù opera di donne - che ritengo meno vulnerabili dei maschietti.


Quello che vorrei sapere è se l'esperienza che si ha a Verona e dintorni di questo genere di triangoli (o meglio, di "V", visto che sembra che soltanto la moglie abbia rapporti sia con il marito che con la _motsoalle_) collima con quella riferita qui.


Mi pareva di aver letto infatti che non è infrequente il caso di una moglie di circa quarant'anni, che ha sempre vissuto da etero ed ha formato una famiglia ed avuto dei figli, che si innamora di una donna lesbica (che spesso ha il non trascurabile merito di averla sostenuta efficacemente in un momento di grave crisi), ed in un primo tempo cerca di conciliare il nuovo amore con il suo matrimonio.


Sebbene i maschietti etero non siano normalmente gelosi di un'altra donna, e questo renda loro più facile esercitare la "compersion" (ovvero, essere felici quando lei è felice - anche se non con lui), ho letto che alla fine il matrimonio si sfascia, l'ex-moglie si riconosce come lesbica, e va a vivere con la nuova compagna.


Non è la stessa cosa che dice il libro; si può osservare che il Lesotho non è l'Italia, e che la sua società probabilmente favorisce quello che la nostra ostacola - ma vorrei saperne di più.


Raffaele Ladu






P. S.: Luigia Sasso, presidentessa dell'Arcilesbica di Verona, ed amministratrice del forum http://juliette.forumattivo.it, ha così commentato:


(quote)


"Gli studi antropologici hanno mostrato che le relazioni femminili omosessuali comunemente coesistono con il matrimonio eterosessuale."

Anche la ricerca universitaria di Michele [Breveglieri, presidente dell'Arcigay di Verona, PhD in sociologia con una tesi sulla bisessualità] dimostra che ci sono molti più casi tra donne che tra uomini avere contemporaneamente sia rapporti con una compagna ed avere un marito a fianco od un compagno a fianco. Insomma dagli studi fatti sembra che la bisessualità sia più frequente tra le donne che tra gli uomini.


Eppure non se ne parla! Sembra che sia un fenomeno che non esista... ed invece è un fenomeno che esiste eccome! è frequente ma è spesso molto nascosto!.

Almeno gli uomini hanno il pregio di avere coraggio nell' essere più visibili ! Spesso le donne vivono i propri desideri sessuali nascoste e sono piene di vergogna mentre l'uomo ha un coraggio di viversi alla luce del sole . 


(unquote)


Devo quindi scusarmi con i lettori: o ricordavo male, o ricordavo una fonte indegna di fede.


Mi permetto di aggiungere che queste cose nascono solo per iniziativa femminile: il maschietto coinvolto può solo prenderne atto, ed il meglio che può fare è accogliere con simpatia l'"amica speciale" della moglie o compagna.

Maschio ama lesbica

Non è un argomento facile, e credo che in Italia non sia mai stato affrontato - ho invece trovato questo link in inglese sull'argomento:


Non ho il tempo di tradurre il post originale e le decine di risposte che ha ricevuto - che fanno tutte pensare che accada più spesso di quanto si voglia ammettere nel nostro paese.

Ho trovato altri link, ma sono semplicemente impresentabili; quello che faccio notare è che di solito il maschietto che si trova in questa situazione non ha la spavalderia di chi propone alle lesbiche che incontra cose da pornofilm, perché sa che le sue speranze sono molto poche, ed è inutile inguaiare sé e l'altra.

A posteriori, si potrebbe paragonare il suo vissuto a quello del gay velato:
  • non osa rivelare i suoi sentimenti;
  • si ritiene l'unica persona al mondo ad avere quella che viene comunemente chiamata una perversione;
  • rischia o teme di essere emarginato socialmente;
  • può essere ferito da chi riesce a capire i suoi sentimenti e li prende a pretesto per colpirlo - oppure attacca le persone che ama per colpire lui;
  • magari ha la (colossale s)fortuna di trovare un terapeuta disposto ad aiutarlo a disfarsi dei suoi sentimenti, anziché chiedere al paziente perché vuol disconoscere una parte così importante di sé;
  • mentre gay e lesbiche possono trovare, se non nel loro paese, almeno in Internet, una comunità che li accolga e li sostenga, lui non trova nemmeno l'equivalente degli Alcolisti Anonimi!
Non è che la donna lesbica in questione stia meglio: se in qualche caso nasce qualcosa, quasi sempre si ha la riconferma che per tutte le donne è un problema essere amate da chi non si ama, e se si è vittima del pregiudizio (magari convalidato da tremende quanto frequenti esperienze) che gli etero non sappiano amare, non si può gestire la situazione nel migliore dei modi.


Spesso il maschietto in questione si riconverte in un "lesbro" [lesbians' brother = fratello delle lesbiche], ovvero un etero che apprezza le lesbiche e le frequenta senza chieder loro nulla - se ne parla qui:


E se nasce qualcosa? Capita, ma il risultato può essere per alcuni maschietti assai più deludente dell'essere respinti, almeno a giudicare da questo link:


Il messaggio originale e le risposte fanno pensare che ci si possa in buona fede definire lesbiche ed avere un matrimonio d'amore con un uomo, che magari è capace di quella che in gergo si chiama "compersion" (cioè è felice quando sua moglie è felice, anche se non con lui), ma alcune risposte fanno pensare che in questi matrimoni di sesso (tra lui e lei) ce ne sia poco o punto.


Il caso estremo è dato da questa coppia non in "real life" ma su "Second Life":


Lui è etero, lei è lesbica, e poiché su Second Life non c'è di mezzo il corpo, si sono "sposati" in quell'ambiente virtuale.


Loro si amano - ma si sono premurati di precisare che loro non fanno nemmeno cibersesso, al contrario di molte coppie su Second Life.


Spesso essere respinti è meno grave dell'avere quello che si è voluto :-) Può essere un ottimo argomento per le signore che devono gentilmente dire di no - ma non è un argomento infallibile, dacché i sessuologi sanno che ci sono maschi pronti a rinunciare al sesso pur di conservare il rapporto :-D 


Per quanto riguarda me, lo ammetto - sono stato uno della specie; in un caso non è finita bene, in un altro davvero male.

Raffaele Ladu