Guanyin, la bodhisattva transgender

Quest'articolo riferisce le polemiche suscitate di recente da un comunicato del Centro di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino.

Non perdo il mio tempo a confutare la screditata ipotesi secondo cui l'omosessualità è malattia da curare (anche perché costringerebbe quel centro di bioetica a concludere che la più grande organizzazione omosessuale del mondo è anche il più grande manicomio del mondo, con conseguenze spiacevoli a tutti i livelli), ma mi occupo un attimo di questa frase dell'articolo:
Il punto di partenza della Chiesa non è nuovo perché ribadisce la richiesta che l’approvazione di quella proposta non deve servire come «pretesto per tradurre in norme legislative l’ideologia del “Gender”». 
Quella che viene qui chiamata "ideologia del Gender" è la semplice presa d'atto che il sesso è un dato corporeo, ma il genere è un dato sociale; che la società reagisce al genere e non al sesso delle persone, e quest'ultimo è solo un indizio (ambiguo nel caso delle persone intersessuali, disatteso nel caso di quelle transgender e transessuali) per attribuire un genere alle persone.

Pretendere di far sempre corrispondere il genere al sesso è impossibile - la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità avverte qui (traduzione della pagina Gender and Genetics) che
La biologia dello sviluppo suggerisce che la rigida credenza in un dimorfismo sessuale assoluto è erronea (42). Invece, Blackless ed altri suggeriscono due curve a campana che si sovrappongono per concettualizzare le variazioni sessuali tra le popolazioni. Le variazioni qualitative nell'assetto cromosomico, nella morfologia genitale e nell'attività ormonale cadono nell'area di sovrapposizione (43). Una simile opinione mette in discussione la necessità di un intervento medico nei casi di intersessualità.
Quindi il centro di bioetica sta sostenendo che il sole sorge ad ovest, e che letteralmente è il sole a levarsi su una terra immobile.

Se non ha senso dal punto di vista scientifico sostenere che la distinzione tra il maschile ed il femminile è naturale e non culturale, è questa per caso una "finzione" indispensabile al funzionamento sociale?

Il caso di Guanyin, la bodhisattva transgender, fa pensare il contrario.

Che io sappia, la mitologia greca ha solo un personaggio transsessuale, l'indovino Tiresia, il quale ebbe la ventura di vivere sia da uomo che da donna; ed il mito attribuisce ad Achille un periodo di "cross-dressing", quando uno dei due genitori (Peleo o Teti), per impedirgli di partecipare alla guerra di Troia, lo travestì da donna e lo mandò alla corte di Licomede, re di Sciro (ma Ulisse lo smascherò e lo arruolò).

Per quanto interessanti (le capacità divinatorie di Tiresia ed il valore guerriero di Achille sono insuperabili), questi personaggi non hanno però l'importanza che ha Guanyin nel buddhismo mahayana.

Riassumendo, anzi, liofilizzando, gli insegnamenti di Siddharta Gautama vogliono liberare l'uomo dal samsara, ovvero il ciclo di vita, morte e rinascita, attraverso il risveglio; dopo la morte di Siddharta, il buddhismo si divise in molte scuole che fanno capo alle forme del Theravada o del Mahayana.

La differenza principale tra le due forme è che, secondo il Theravada, l'esperienza del risveglio può fare di una persona un Arhat, cioè una persona venerabile perché ha raggiunto il nirvana; secondo il Mahayana, il risveglio si ha quando ci si rende conto che samsara e nirvana sono la stessa cosa, e che non si può raggiungere il risveglio solo per sé, ma bisogna condividere questo risveglio con tutti gli esseri senzienti, aiutandoli a raggiungerlo; chi se ne rende conto, accetta questo compito, e pronuncia il relativo voto, viene chiamato Bodhisattva.
Si narra la vita di molti illustri Bodhisattva, tra cui spicca Avalokitesvara, il "Bodhisattva della grande compassione"; in sanscrito il suo nome significa "Colui che guarda", ma il nome originale era Avalokitasvara, cioè "Colui che ascolta il suono".

Questa variante è stata tradotta in cinese come "Guanshiyin = Colui che ascolta i lamenti del samsara", nome abbreviato per decreto imperiale in Guanyin; in Giappone questo nome si pronuncia "Kannon", e simili sono i nomi con cui è conosciut* quest* bodhisattva nei paesi che hanno appreso il buddhismo da missionari cinesi.

Avalokitesvara = Guanyin è considerat* un(a) bodhisattva molto potente, venerat* in tutta l'Asia orientale; sommando la popolazione di Cina, Giappone, Corea, Vietnam, arriviamo tranquillamente al miliardo e seicento milioni di devoti, a cui possiamo aggiungere le minoranze di questi paesi nel mondo.

Come ho detto, si tratta di una bodhisattva transgender: Avalokitesvara è maschio, spesso addirittura con i baffi, ed il Dalai Lama è considerato una sua reincarnazione.

Ma in Cina Guanyin ha preso fattezze femminili, e viene venerata in forma androgina oppure femminile.

Gli studiosi si dividono sull'origine del "transgenderismo" di Avalokitesvara = Guanyin: c'è chi sostiene che il bodhisattva fosse androgino fin dal principio (vedi qui); altri pensano che, poiché Avalokitesvara dà un erede maschio a chi ne è privo, fosse più logico immaginarlo come una femmina (vedi qui); altri si rifanno al Sutra del Loto, Capitolo 25, secondo il quale Avalokistesvara = Guanyin può assumere qualsiasi forma per compiere la sua missione, e di l*i si dice che:
Se loro [gli esseri viventi su questa terra] debbono essere salvati da qualcuno nel corpo della moglie di un Anziano, di un laico, di un ministro di stato, o di un bramino, egli si manifesterà nel corpo di una moglie, e parlerà a loro del Dharma.
Se loro devono essere salvati da qualcuno nel corpo di un puro giovane o di una pura fanciulla, egli si manifesterà nel corpo di un puro giovane od una pura fanciulla e parlerà a loro del Dharma.
Nessuno si preoccupa quindi del sesso a cui appartiene Avalokitesvara = Guanyin, in quanto quest* bodhisattva adotterà il genere che più si addirà alla sua missione.

Non mi pare che si possano accusare cinesi, giapponesi, coreani, vietnamiti, eccetera, di essere intellettualmente menomati o socialmente disorganizzati per essersi rifiutati di dare importanza al sesso di uno dei personaggi più importanti della loro religione maggioritaria.

E questo dimostra che la cosiddetta "ideologia del gender" tanto vituperata da quel centro di bioetica, non fa danno alcuno né alle persone né alla società - risparmia anzi figure barbine.

Presto la chiesa cattolica sarà costretta ad ammettere che anche per Genesi 1:27 ("Maschio e femmina Dio li creò") vale quello che già Galileo aveva detto di Giosuè 10:12 ("Fermati, o sole, su Gàbaon"), ovvero che "La Scrittura non ci insegna come vada il cielo, ma come si vada in cielo" - ma nel frattempo si sarà fatta un sacco di danni e ne avrà fatti a chi le avrà dato retta.

Ah, Kannon, la versione giapponese di Guanyin, è stata protagonista di un curioso caso di "closeting" o "nicodemismo": nel 1612 (periodo Edo) erano cominciate in Giappone le persecuzioni contro i cattolici, che si aggravarono via via fino alla completa proibizione del culto, pena la morte, dopo la rivolta di Shimabara del 1637-1638.

Che fecero i cattolici giapponesi che non vollero né morire né abiurare? Divennero "Kakure Kirshitan = cristiani nascosti", e crearono delle statue della Vergine Maria con le fattezze di Kannon - ma con una croce in un punto poco visibile, per rimarcare il loro essere cristiani anziché buddisti.

Sebbene nel 1853 il Giappone avesse riaprerto i porti al commercio estero, e nel 1871 fosse stata introdotta la libertà di culto, e quindi i "Kakure Kirshitan" potessero "uscire dal closet" e riunirsi alla chiesa madre, sono rimasti alcuni di loro che preservano i riti come sono stati tramandati dai loro antenati.

Si è parlato la settimana scorsa di "epistemologia del closet" all'Università di Verona, e sarebbe stato interessante citare anche questo caso, oltre al closeting omosessuale ed al ben noto "marranesimo".

Raffaele Ladu