Il lago dei sogni / Salvatore Niffoi

Ho letto il libro dopo aver udito un'intervista di Loredana Lipperini al suo autore, trasmessa da Fahrenheit il 25.03.2011.

E' un romanzo gradevole, anche se lo stesso Niffoi si rende conto di non essere autore di capolavori, almeno a giudicare da questo brano autoironico di p. 81, in cui il bibliotecario e becchino Ossoriu Concale (mi sono chiesto se questa doppia professione non fosse un'allusione alla Ghenizà del Cairo, di cui ho parlato in altra occasione) spiega alla protagonista del romanzo:
"Lascia perdere i trattati. Per capire bene il mondo e i cristiani, leggi solo i romanzi e, finché ti è possibile, solo classici. Lascia cantare i narratori moderni, che quelli sono ciarlatani che sputano il masticato, bamboline imputtanite che credono di parlare del mondo guardandosi la braghetta. Quelli li puoi leggere da vecchia, per confrontarli con i grandi e farti quattro risate. Prima, cara Itria, leggi tutti i classici francesi, russi, spagnoli e sudamericani. Dopo, vedrai, tutto il resto ti sembrerà acqua sporca, piscio d'asino che annaffia il deserto".


Nel romanzo ho notato però due pecche, di cui la prima mi consente di recensirlo su "Agorà": il malvagio per eccellenza del romanzo, Don Severino Nodosu, ha intrapreso la carriera ecclesesiastica perché segnato dall'umiliazione di avere un pene piccolo e non funzionale - tant'è vero che lo chiamano "mincitristu = minchia triste".


Ora, la descrizione dei suoi genitali mi fa pensare ad un caso di intersessualità, e forse Niffoi sarebbe riuscito a dare maggiore spessore al personaggio se avesse usato questa chiave di lettura, anziché quella del "complesso d'inferiorità"; ma questo avrebbe significato chiedere di più anche agli altri personaggi, che anziché perdersi nell'eterosessismo avrebbero dovuto capire che la dicotomia dei sessi è una finzione che va bene solo per il calcolo del codice fiscale.


Inoltre, credo che una menomazione genitale (chiamiamola così) sia un impedimento per il sacramento dell'ordine - quando Ossoriu Concale dice che un sacerdote deve avere "sos cozzones a postu = i coglioni a posto" non dice una volgarità, ma parafrasa Deuteronomio 23.1:


"L'eunuco, a cui sono stati infranti o mutilati i genitali, non entrerà nell'assemblea del Signore" [La Nuova Riveduta]
E San Tommaso d'Aquino, basandosi su un altro passo biblico (Levitico 21.17), concorda (Somma Teologica, Questione 39, Articolo 6): una menomazione che privi una persona del proprio decoro è un'impedimento; l'esempio del Dottor Angelico riguarda il naso, ma il passo biblico cita anche il sesso, e con ogni evidenza a Melagravida, il paese di una fiabesca Sardegna in cui è ambientato il romanzo, anche una menomazione genitale è indecorosa.


La seconda pecca mi ha fatto arrabbiare molto - è quest'osservazione del narratore a p. 136:
"Fernandina ... aveva ucciso il marito due volte, la prima quando gli teneva la braghetta chiusa negandogli l'amore che meritava ..."


Credo che questo vada oltre il maschilismo becero: l'amore non si merita, ma è un dono gratuito - se non si capisce questo, il catechismo è stato studiato invano.


Di una persona che sempre si nega al(la) su* partner si può pensare tutto il male che si vuole, ma non si è in credito verso di lei di nulla. Nemmeno il/la prostitut* è tenut* a soddisfare il/la cliente che l* ha pagat*.


Raffaele Ladu