Un «etero» a capo dell'Arcigay di Bari Convive e ha una bimba: è polemica

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
L'elezione di Francesco Brollo suscita i primi malumori
Gli iscritti scandalizzati: «Ma lui non ci rappresenta»
Francesco Brollo
BARI - Francesco Brollo, eterosessuale trentasettenne, è il nuovo presidente di Arcigay Bari. E’ stato eletto, nel corso del terzo congresso per il rinnovo degli organismi, con il sostegno di Enrico Fusco, ex presidente e militante dell’associazione. «La mia prima battaglia? Ottenere di vivere in un mondo in cui non ci si chieda più perché un etero è a capo di Arcigay. Come dice il presidente Napolitano "I diritti delle persone omo e transessuali non riguardano solo loro ma riguardano tutti noi"». Ma la scelta provoca polemiche e divide prima di tutto il mondo gay. «Per quanto sensibile, che ne sa il neopresidente di cosa significa essere chiamati "ricchione di m..."?». Anche Arcigay è in subbuglio: c’è chi invoca il commissariamento dell’associazione. Brollo non si fa turbare. «Di fronte al cambiamento c’è sempre chi non comprende. Io non mi rivolgo alla comunità omosessuale, io parlo con le persone e vivo in una società. E con le persone spero di contribuire a ottenere che la società riconosca i diritti di tutti». Un eterosessuale alla guida di Arcigay Bari? Perché no, secondo un gruppo, il nocciolo fondativo dell’associazione che si aggrega intorno a Enrico Fusco, in passato a sua volta presidente di Arcigay. Si deve a loro l’elezione di Francesco Brollo, 37enne, etero dichiarato. Circostanza che scandalizza i gay che non si sentono rappresentati da lui. La sua elezione sarebbe una «provocazione», secondo diverse voci della comunità omosessuale barese, dentro e fuori da Arcigay. L’opposizione interna potrebbe chiedere il commissariamento e per ora punta almeno sul riconteggio dei voti. Brollo non si lascia impressionare. «La mia elezione una provocazione? Io credo che provocazioni siano le facili battute subìte da ragazzi gay. Le aggressioni. O uno Stato che non riconosce pari diritti. Non l’elezione di un etero alla guida di Arcigay».
Brollo, nato a Venezia, si è trasferito a Bari per vivere con la sua compagna barese con la quale ha avuto una bambina. È laureato in regia alla Nuova università di cinema e tv di Roma. Ha vinto un premio per il miglior cortometraggio al quinto Festival del cinema europeo di Lecce. E, mentre lavora alla sceneggiatura del suo primo lungometraggio, Over the rainbow, insegna regia in alcune scuole medie e superiori della provincia di Bari. L’impegno nel sociale, per lui, non è una novità. L’avvicinamento alla comunità omosessuale barese, invece, una cosa accaduta in modo naturale, nei vicoli di Bari Vecchia dove Brollo vive «molto meglio che al Nord». «Io - spiega il presidente di Arcigay Bari - non ho passione per il concetto di "comunità". Che sia quella omosessuale o altro tipo di comunità. Io conosco persone, entro in contatto con persone. Non entro ed esco da comunità. Con tutte le persone mi sento in una società. Che stenta a riconoscere dei diritti. Per questi diritti voglio battermi». Brollo, insomma, non fa sforzi per attirarsi le simpatie di quegli omosessuali che, invece, sembrano fidarsi poco o niente del nuovo corso. «Sono certa che Brollo avrà tutta la sensibilità che anch’io mostro dinanzi alle ingiustizie della vita - dice per esempio Viviana Loprieno, tra le fondatrici di un’altra associazione, Between - ma il neopresidente saprà cosa significa essere chiamati "ricchioni di m..."? Certe cose se non le vivi sulla pelle...». Brollo replica annunciando che si batterà prima di tutto proprio contro questa mentalità, quella di chi lo sente altro, diverso.

«Il primo risultato che vorrei centrare? Vorrei che a nessuno venisse più in mente di chiedersi perché il capo di Arcigay è etero - replica Brollo -. Questo è il mio primo obiettivo da presidente dell’associazione. E’ evidente che c’è stata una parte dei soci che voleva questo cambiamento, questo percorso. E’ evidente anche che non tutti comprendono il cambiamento. Sono pronto al confronto». Brollo è stato eletto nel terzo congresso del comitato provinciale dell’associazione. «Sono qui - ha dichiarato durante l’atto di investitura - per affermare che Arcigay Bari esce dal confine che segna le differenze tra persone. E’ possibile stare insieme, anche senza chiedersi il perché». Quindi il richiamo a un’autorevole dichiarazione, quasi a rafforzare la sua posizione. «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affermato: "I diritti delle persone omo e transessuali non riguardano solo loro ma riguardano tutti noi". Sarà questa la linea del mio mandato, affinché il legislatore attui il principio di uguaglianza e cessino le discriminazioni per l’orientamento sessuale, il genere o il colore della pelle».