UNIONI CIVILI, A PADOVA IL TAR SOSPENDE LA DELIBERA DISCRIMINATORIA. ARCIGAY: "UN SEGNALE CHIARO PER I SINDACI CHE SPECULANO" Bologna, 8 dicembre 2016 - Il Tar di Padova ha accolto il provvedimento cautelare di Arcigay Tralaltro Padova contro la delibera della giunta dell'ex sindaco Bitonci che riservava alle coppie samesex giorni e spazi dedicati per la celebrazione delle unioni civili. "Le disposizioni date da Bitonci agli uffici preposti alle Unioni Civili - commenta Mattia Galdiolo, presidente di Arcigay Tralaltro Padova - erano totalmente illegittime e frutto di una palese volontà discriminatoria.
Bitonci con queste indicazioni ha trascinato Padova nel ridicolo, per il puro gusto di strumentalizzare politicamente la vita dei suoi cittadini e dlele sue cittadine. Arcigay Tralaltro Padova ha subito protestato, prima presso l’amministrazione e successivamente per vie legali: l’accoglimento della nostra richiesta nella giornata di ieri riporta la città di Padova in uno stato di legalità e consente finalmente a gay e lesbiche di usufruire appieno di una legge importante.
Pertanto possiamo dire che i tempi delle Unioni Civili nelle mattine feriali sono solo un ricordo.". "Questa prima pronuncia del Tribunale amministrativo è già un segnale e deve essere raccolto in tutto il Paese", osserva Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. "Già dalle prime settimane successive all'approvazione della legge sulle unioni civili abbiamo iniziato ad assistere a una speculazione irricevibile da parte di diversi rappresentanti istituzionale che, a dispetto del valore e dell'autorevolezza deli loro ruoli e del rispetto che è dovuto alle leggi dello Stato, specie da chi di quello Stato è rappresentante, hanno deciso di giocare sulla pelle delle coppie di gay e lesbiche una partita squallida, disattendendo la corretta applicazione delle norme. Una battaglia a cui queste persone hanno cercato perfino di dare un valore politico, improvvisando argomenti da analfabeti della pubblica amministrazione, con il solo obiettivo di camuffare malamente la loro triviale omofobia. In attesa della pronuncia definitiva del Tar, ci auguriamo che già questo primo segnale sia sufficiente a richiamare al corretto svolgimento delle proprie funzioni tutti i sindaci, per fortuna non molti, che hanno deciso di imboccare questa deriva. E soprattutto ci auguriamo che il lavoro della magistratura porti a definire una volta per tutte il primato del principio della non discrminazione, sancito dall'articolo 3 della nostra Costituzione, e a svergognare definitivamente gli amministratori e le amministratrici che trasgrediscono il patto costituente", conclude Piazzoni