Aids, la guerra dimenticata

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IL PRIMO DICEMBRE LA XXIV GIORNATA MONDIALE

Aids, la guerra dimenticata dalle istituzioni
Troppi giovani non sanno cos'è l'Hiv

A vent'anni dalle ultime grandi campagne di informazione, oggi poco si fa per la prevenzione. Un malato su 4 non sa di esserlo. In Italia 1.191 casi. Contagio in crescita tra stranieri

Il nastro simbolo della lotta all'AidsIl nastro simbolo della lotta all'Aids
ROMA - Si celebra il primo dicembre la XXIV Giornata Mondiale per la lotta all’Aids. Ma la battaglia contro l'immunodeficienza da virus Hiv pare essere passata in secondo piano rispetto a tanti altri problemi sanitari. Eppure in Italia ci sono 165 mila «persone viventi con Hiv/Aids». All'occhio dei non esperti potrebbe sembrare che media e istituzioni abbiano «abbassato la guardia». Quel che è certo è che non si fa abbastanza per ricordare ai più giovani la minaccia dell'Hiv. E la percezione dei ragazzi riguardo all'Aids appare quantomeno sbiadita. Tanto che un sieropositivo su 4 non sa di esserlo, finchè la malattia si manifesta con virulenza: E allora è troppo tardi per limitare i danni: il contagio, in tempi in cui il preservativo nei rapporti sessuali viene di nuovo condierato da tanti under 20 un optional, è in aumento.
Ospedali: un reparto malattie infettive Ospedali: un reparto malattie infettive
DATI VECCHI DI 2 ANNI - Gli ultimi dati riguardanti l’Aids risalgono al 2009. Due anni fa, vennero raccolti pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità: documentavano i risultati della sorveglianza, a copertura nazionale, di nuovi casi di infezione da Hiv, attivata in 16 regioni o province italiane che rappresentano il 72,3% della popolazione residente.
Qualche numero: 1.191 nuovi casi di Aids in Italia, 4,5 nuovi casi ogni 100 mila residenti italiani e 22,2 nuovi casi ogni 100 mila stranieri residenti. Quasi il 60% nei nuovi infetti ha scoperto di aver contratto la malattia soltanto durante la fase conclamata. Un sieropositivo su 4 non sa di esserlo.
I ragazzi e l'Aids
di V. Altimari e G. Russo
CAMPAGNE ANNI '90 - La XXIV Giornata Mondiale per la lotta all’Aids si celebra in tutto il mondo con campagne di informazione e sensibilizzazione. In Italia ormai da qualche anno, si nota la mancanza di questo genere di iniziative, soprattutto sul fronte istituzionale. Si muovono le associazioni, consapevoli di quanto il problema sia ancora impellente, ma la voce dei ministeri è sempre più flebile.
Risalgono agli anni ’90 le campagne più incisive. Messaggi chiari sulla prevenzione arrivavano dai media, dalla distribuzione di opuscoli, da incontri nelle scuole e corsi di formazione. Le istituzioni mettevano mano ad una piaga sociale e cercavano di raggiungere la popolazione nel tentativo di non farla diventare una vera pandemia.
GUARDIA BASSA - «Sono circa 10 anni che la guardia si è abbassata – denuncia Andrea Berardicurti, da oltre 20 anni operatore di una Associazione, un combattente sul campo – come se questa malattia fosse debellata». Uno dei motivi di questa illusoria rassicurazione è la diminuzione dei casi di decesso. Grazie alle nuove terapie introdotte in Italia nel 1996, infatti, si è prolungata la sopravvivenza e ridotta la mortalità delle persone sieropositive. Questo fa pensare che il pericolo sia scongiurato, mentre nella realtà la diffusione del virus HIV aumenta in maniera preoccupante.
MENO MORTI, PIU' RISCHI - «I ragazzi che incontriamo noi del Circolo Mario Mieli, impegnato nella lotta all’Aids – continua Andrea – si sentono rassicurati proprio perché hanno sentito parlare di farmaci salvavita. Questo, poi, è aggravato dal fatto che l’uso del preservativo è ancora tabù, non se ne parla nelle scuole e, raramente, nelle famiglie». Meno morti ma più rischi, dunque. Indiscutibili i successi della medicina, ma troppo confusa la comunicazione e lontana la risoluzione del problema.
La campagna anti Aids del Circolo Mario MieliLa campagna anti Aids del Circolo Mario Mieli
MAMME INFORMATE - Daniele, anno di nascita 1990, ha una mamma preoccupata ed informata, lei ha assorbito le informazioni delle campagne di 20 anni fa ed oggi educa il figlio per un’attenta sessualità. Ma fuori casa? «I miei amici non usano il preservativo – sorride Daniele imbarazzato – costa troppo e non pensano al rischio».
Ludovico ha 17 anni, dalla scuola non ha ricevuto indicazioni, a casa neppure, il problema non sussiste. Il preservativo? No grazie, lui dice «Mi fido». Aurora va al liceo, ha 16 anni e la mamma l’ha preparata al pericolo delle malattie sessualmente trasmissibili, anticipando i futuri incontri sentimentali.
SPOT TELEVISIVI DIMENTICATI - Aurora però non ha memoria di spot televisivi, non le è mai capitato tra le mani un opuscolo e, probabilmente, quando vorrà saperne di più formerà la sua cultura online.
In un panorama di assenza delle istituzioni, la lotta all'Aids si fa sul Web o con le piccole iniziative private sul territorio, tra i giovani. Molte associazioni romane intraprendono progetti autofinanziati a favore della prevenzione e di sostegno verso le persone malate di Aids.
I condom di ContestaI condom di Contesta
DISTRIBUZIONE DI CONDOM - Per rompere il muro del silenzio ContestaRockHair, saloni di bellezza ad alto tasso di giovani, lancia «Aids is not Dead», una campagna di sensibilizzazione con la distribuzione di condom, per tutto il mese di dicembre. Ogni profilattico sarà venduto al valore simbolico di 1 euro, e l'intero ricavato sarà devoluto all'associazione onlus «Sieropositivo.it», per l'attività di informazione rivolta ai ragazzi delle scuole superiori. Ogni salone di Contesta, inoltre, avrà un distributore di caramelle che dispenserà le spillette «Aids is not Dead», il cui ricavato andrà alla stessa associazione.
LA NOTTE ANTI CONTAGIO - Il Circolo Mario Mieli, attraverso Muccassassina, appuntamento della notte che riunisce migliaia di giovani gay e non, il 2 dicembre dedica parte dell’incasso alla Cooperativa sociale «Gaia», che si occupa dell’assistenza domiciliare alle persone in Aids non autosufficienti. AnlAids prende parte al progetto del «Danish Center» che usa strumenti innovativi per la divulgazione. Attraverso il sito safesexdu.com si possono avere fare domande sulla malattia, il test, le vie di contagio e ricevere risposte anche sul proprio cellulare «Getting to zero», arrivare a zero (zero discriminazioni e zero morti), è lo slogan internazionale della Giornata di lotta contro l'Aids, sposato anche dalla Lila che muove azioni molteplici su tutto il territorio.
Doriana Torriero30 novembre 2011 | 20:39© RIPRODUZIONE RISERVATA