Il circolo ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA (Unica organizzazione per i diritti Lgbt* presente allora a Verona) organizzò una serie di eventi, manifestazioni ed incontri con esponenti politici e consiglieri comunali al fine di fermare l'approvazione di tale intollerante proposta. Il dibattito uscì dai confini locali per entrare in quelli nazionali ed europei, dopo un infuocato consiglio comunale il 22 giugno, nel quale per la prima volta a Verona e probabilmente anche in Italia, alcuni consiglieri della maggioranza, nei loro interventi, usarono toni apertamente violenti e d'incitamento all'odio verso gay, lesbiche e disprezzo contro le donne. Spiccarono in particolare quelli del consigliere Vittorio Bottoli, con un vergognoso sermone contro l'autodeterminazione delle donne, quello di Gianfranco Carletti, che chiese il "diritto alla cura dei gay" nel senso della riconversione, ma a distinguersi su tutti per la sua gravità, ci fu quello del consigliere della Lega Nord, Romano Bertozzo che pronunciò queste frasi: "«Il brutto, l’osceno, lo schifo è di moda? Lo vogliamo importare qui da noi, per la famiglia? …
Considerando la nostra cultura e paese altamente di fede cattolica, se vogliono e pretendono la par conditio (gli uomosessuali) allora dobbiamo farli “capponi” per la tranquillità di tutti. Noi diamo loro l’unione per vivere assieme e loro cedono alla nostra chirurgia i loro attributi…»."
La frase scatenò un'ondata d'indignazione, ma anche approvazione e sostegno. Bertozzo qualche giorno dopo fu espulso dalla Lega Nord su diretta richiesta del suo leader Umberto Bossi. A seguito delle dichiarazione del Bertozzo, gli/le attivisti/e di ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA chiesero ed ottennero un incontro con la Sindaca Michela Sironi Mariotti, alla quale chiese esplicitamente un suo intervento per il ritiro della mozione presentata. Anche i gruppi di integralisti cattolici, veri ispiratori sia del "Documento Padovani" che della "Mozione 336", con in testa "Famiglia e Civiltà" con il suo leader Palmarino Zoccatelli e "Sacrum Imperium" con Maurizio Ruggiero, chiesero un incontro con la sindaca per chiederle invece di non cedere alle pressione delle organizzazioni "sodomite". La Sindaca (Forza Italia) in seguito, dichiarandosi "equidistante" da entrambe le posizioni, con il suo atteggiamento vigliacco, consentì invece che la mozione rimanesse al suo posto fino alla sua approvazione avvenuta durante un altro infuocato consiglio comunale, il 14 luglio 1995.
Dopo l'approvazione, gli/le attivisti/e presenti tra il pubblico alla seduta, scesero in strada e davanti a Palazzo Barbieri (sede del Comune), per protestare ed attirare l'attenzione su questa vergognosa decisione, al grido di "Siete fuori dall'Europa", bloccarono il traffico sdraiandosi sulle striscie pedonali. Segui, l'intervento immediato dei vigili urbani e dei carabinieri che condussero in caserma glie esponenti del circolo ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA, denunciati poi per "blocco del traffico" e "manifestazione non autorizzata". L'ondata d'indignazione generale suscitata al seguito dell'approvazione di una mozione con contenuti altamente lesivi della dignità delle persone gay e lesbiche e all'arresto degli attivisti, portò successivamente ad una serie di iniziative pubbliche a livello nazionale ed europeo, tra cui interpellanze parlamentari, petizioni e pronunciamenti di parlamentari europei e commissioni varie. Durante l'estate nacque il Comitato "Alziamo la Testa" composto principalmente dagli/dalle attivisti/e arrestati/e che convocò, il giorno 30 settembre una grande manifestazione di tutto il movimento lgbt+ italiano e di chi si riconosceva nella lotta contro ogni forma di oscurantismo, discriminazione e per l'autodeterminazione delle persone.
Mozione 336: Testo
PERVENUTO / 336
27 APR. 1995
UNITA' AFFARI CONSIGLIO
27 APR. 1995
UNITA' AFFARI CONSIGLIO
MOZIONE
IL CONSIGLIO COMUNALE DI VERONA:
IL CONSIGLIO COMUNALE DI VERONA:
Considerato che in data 8 febbraio
1994 il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione A3-0028/94
nella quale – tra l'altro – si invitano gli Stati dell'Unione
Europea:
- a porre “termine alla disparità di trattamento omosessuale nelle norme giuridiche e amministrative concernenti la previdenza sociale, nelle prestazioni sociali, nel diritto di adozione, nel diritto successorio e in quello delle abitazioni, nonché nel diritto penale e in tutte le relative disposizioni di leggi (punto 7)”;
- “ad aprire alle coppie omosessuali tutti gli istituti giuridici a disposizione di quelle eterosessuali (punto 9)”;
- a costituire un diritto di matrimonio, di adozione e di affidamento fra individui dello stesso sesso; a prevedere il diritto a sovvenzioni a istituti sociali e culturali di lesbiche e gay (punto 13).
Considerato che, a prescindere dalle
singole convinzioni morali e religiose, l'omosessualità contraddice
la stessa legge naturale e l'applicazione della succitata risoluzione
avrebbe, tra l'altro, effetti fortemente negativi sulla formazione
psicologica e umana dei giovani i quali, nella promiscuità tra
famiglie omosessuali ed eterosessuali, vedrebbero cadere uno dei
fondamenti minimali dell'ordine familiare, ossia un'unione stabile
tra uomo e donna.
- Visto l'art. 29 Cost. Il quale dispone che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale (ovviamente tra uomo e donna) fondata sul matrimonio”;
- vista la mozione approvata dal Consiglio comunale in data 8 settembre 1994 nella quale, al punto 1), si afferma che “sola e autentica famiglia è la società naturale avente per fondamento il matrimonio tra uomo e donna, e aperta alla vita”;
RESPINGE
nel rispetto di un elementare principio
naturale, il contenuto della risoluzione A3-0028/94 approvata l'8
febbraio 1994 dal Parlamento Europeo;
IMPEGNA
L'Amministrazione comunale a non
deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle
coppie omosessuali a quelli delle famiglie “naturali” costituite
da un uomo e una donna.
Verona, 27 aprile 1995
Verona, 27 aprile 1995
Francesco Spiazzi (PPI)
Firme:
Mozione 336: Risultati della votazione.
Numero dei presenti: 38
Votanti: 27
Astenuti: 11
Favorevoli: 21
Contrari: 6
Favorevoli: Arieti, Artuso, Bajona, Bertozzo, Bettini, Bottoli, Brunelli, Burri, Butturini, Carletti, De Lucca, Galli Righi, Grassi, Maccacchero, Marchesini, Mariotti, Padovani, Pisa, Pozzerle, Spiazzi, Vaccaro.
Contrari: Bragaja, Campagnari, Ruffo, Sardini, Stellini, Zerbato
Astenuti: Cestaro, Conta, Fantoni, Fratta Pasini, Gianfreda, Milan, Perbellini, Pigozzi, Sironi, Soardi, Tosi.
Non presenti alla votazione: Baldo, Barbieri, Donella, Guerra, Lorenzi, Mormile, Rossi, Welponer, Zoccatelli
Comune di Verona - 14.7.1995 ore 19:04:24
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