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Il Comitato Alziamo la Testa va a Strasburgo - 1996


Incontro tra i componenti del Comitato Alziamo la Testa di Verona e i Parlamentari Europei a Strasburgo

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Alziamo La Testa - Volantino Manifestazione del 30 Settembre 1995


Alziamo La Testa - Volantino Manifestazione del 30 Settembre 1995

Arcigay Arcilesbica Pink: Volantino Fronte/retro, Stampa monocromatico Blu - Anno 1995
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#arcigay #arcigayverona #pink AlziamoLaTesta volantini  Azione Omosessuale 1995
Cod: URV0009

Verona Pride 2001- Il primo PRIDE veronese - Articolo dell'Arena del 9 Giugno 2001

Quando fu organizzato il primo PRIDE di piazza a Verona? E' una domanda ricorrente che molte/i ci fanno.Vi proponiamo un articolo dell'ARENA - Giornale di Verona del 9 Giugno 2001, giorno in cui si svolse il Primo VERONA PRIDE, organizzato da ARCIGAY PIANETA URANO VERONA, CIRCOLO PINK, UAAR e altre realtà, il cui slogan era "La Cittadinanza Va Scritta!" L'articolo illustra il percorso che venne fatto dal corteo, i luoghi delle contromanifestazioni organizzate da fascisti vari ed integralisti cattolici ed un dettagliato resoconto degli avvenimenti in Consiglio Comunale nella calda estate di lotta del 1995.

Ritorno al medioevo, ancora una volta a Verona

La voglia di Medioevo per il Consiglio Comunale di Verona ciclicamente riemerge. Dopo la mozione anti gay N.336 del 1995, di cui in questi giorni ricorre il 23°anniversario dall'approvazione, dopo la mozione contro il "Gender" del 2014, Giovedì 26 luglio, su proposta del solito "Torquemada" veronese, il consigliere della Lega Nord ALBERTO ZELGER, saranno poste in votazione ben due mozioni contro la legge 194, l'autodeterminazione delle donne, la laicità dello stato e la libertà sessuale e affettiva dei delle cittadini/e.

PIANETA MILK VERONA LGBT*CENTER Arci/Arcigay sarà a fianco delle amiche e delle compagne di NUDM Verona e di tutte le nostre donne contro questo ennensimo vergognoso episodio di oscurantismo, fascismo ed integralismo religioso veronse.
Invitiamo a firmare gli appelli e partecipare alla mailbombing e alla twitterstorm per manifestare il dissenso.

Mozione 336 - Comune di Verona - 14.7.1995

La Mozione 336, è un documento proposto da un gruppo di consiglieri comunali di centro destra, estrema destra, tra cui la Lega Nord, depositata in Comune a Verona il 27 aprile 1995. E' la sintesi di un primo documento, il "Documento Padovani" del consigliere Elmo Padovani dell'allora Patto Segni, presentato in Comune e reso pubblico dai media locali e nazionali. Il "Documento Padovani" che aveva contenuti chiaramente omofobici, familisti e antilibertari, suscitò un dibattito forte e a tratti violento nell'opinione veronese durante tutta la primavera-estate 1995. Fu la risposta della destra omofobica e familista veronese (su consiglio di alcuni gruppi di integralisti cattolici cittadini) alla Risoluzione A3-0028/94 "sulla parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità Europea", approvata l'anno prima dal Parlamento Europeo. 

Il circolo ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA (Unica organizzazione per i diritti Lgbt* presente allora a Verona) organizzò una serie di eventi, manifestazioni ed incontri con esponenti politici e consiglieri comunali al fine di fermare l'approvazione di tale intollerante proposta. Il dibattito uscì dai confini locali per entrare in quelli nazionali ed europei, dopo un infuocato consiglio comunale il 22 giugno, nel quale per la prima volta a Verona e probabilmente anche in Italia, alcuni consiglieri della maggioranza, nei loro interventi, usarono toni apertamente violenti e d'incitamento all'odio verso gay, lesbiche e disprezzo contro le donne. Spiccarono in particolare quelli del consigliere Vittorio Bottoli, con un vergognoso sermone contro l'autodeterminazione delle donne, quello di Gianfranco Carletti, che chiese il "diritto alla cura dei gay" nel senso della riconversione, ma a distinguersi su tutti per la sua gravità, ci fu quello del consigliere della Lega Nord, Romano Bertozzo che pronunciò queste frasi: "«Il brutto, l’osceno, lo schifo è di moda? Lo vogliamo importare qui da noi, per la famiglia? …
Considerando la nostra cultura e paese altamente di fede cattolica, se vogliono e pretendono la par conditio (gli uomosessuali) allora dobbiamo farli “capponi” per la tranquillità di tutti. Noi diamo loro l’unione per vivere assieme e loro cedono alla nostra chirurgia i loro attributi…»." 

La frase scatenò un'ondata d'indignazione, ma anche approvazione e sostegno. Bertozzo qualche giorno dopo fu espulso dalla Lega Nord su diretta richiesta del suo leader Umberto Bossi. A seguito delle dichiarazione del Bertozzo, gli/le attivisti/e di ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA chiesero ed ottennero un incontro con la Sindaca Michela Sironi Mariotti, alla quale chiese esplicitamente un suo intervento per il ritiro della mozione presentata. Anche i gruppi di integralisti cattolici, veri ispiratori sia del "Documento Padovani" che della "Mozione 336", con in testa "Famiglia e Civiltà" con il suo leader Palmarino Zoccatelli e "Sacrum Imperium" con Maurizio Ruggiero, chiesero un incontro con la sindaca per chiederle invece di non cedere alle pressione delle organizzazioni "sodomite". La Sindaca (Forza Italia) in seguito, dichiarandosi "equidistante" da entrambe le posizioni, con il suo atteggiamento vigliacco, consentì invece che la mozione rimanesse al suo posto fino alla sua approvazione avvenuta durante un altro infuocato consiglio comunale, il 14 luglio 1995.

Dopo l'approvazione, gli/le attivisti/e presenti tra il pubblico alla seduta, scesero in strada e davanti a Palazzo Barbieri (sede del Comune), per protestare ed attirare l'attenzione su questa vergognosa decisione, al grido di "Siete fuori dall'Europa", bloccarono il traffico sdraiandosi sulle striscie pedonali. Segui, l'intervento immediato dei vigili urbani e dei carabinieri che condussero in caserma glie esponenti del circolo 
ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA, denunciati poi per "blocco del traffico" e "manifestazione non autorizzata". L'ondata d'indignazione generale suscitata al seguito dell'approvazione di una mozione con contenuti altamente lesivi della dignità delle persone gay e lesbiche e all'arresto degli attivisti, portò successivamente ad una serie di iniziative pubbliche a livello nazionale ed europeo, tra cui interpellanze parlamentari, petizioni e pronunciamenti di parlamentari europei e commissioni varie. Durante l'estate nacque il Comitato "Alziamo la Testa" composto principalmente dagli/dalle attivisti/e arrestati/e che convocò, il giorno 30 settembre una grande manifestazione di tutto il movimento lgbt+ italiano e di chi si riconosceva nella lotta contro ogni forma di oscurantismo, discriminazione e per l'autodeterminazione delle persone.