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Anche nella bassa veronese vogliono restare omofobi

A Legnago approvata come a Verona una mozione a sostegno del documento della CEI contro il DDL Zan sull'omotransfobia e la misoginia. Articolo dell'Arena del 31-7-2020


Archivio: URS0003

Rassegna Stampa - Verona sera su legge Omofobia-Zan

Omofobia e discriminazioni, scontro a Verona sulla proposta di legge Zan-Scalfarotto Mozione del consigliere Bacciga: «Renderebbe impossibile criticare uno stile di vita omosessualista». Il Pd replica: «Lui difende la libertà di insulto, non quella di pensiero» 
Leggi su VERONA SERA: http://www.veronasera.it/politica/proposta-modifica-legge-zan-scalfarotto-bacciga-pd-lega-discriminazione-4-luglio-2020.html

articolo del 4 Luglio 2020

Il Comitato Alziamo la Testa va a Strasburgo - 1996


Incontro tra i componenti del Comitato Alziamo la Testa di Verona e i Parlamentari Europei a Strasburgo

#pink #arcigay #Documenti Parlamento Europeo Alziamo La Testa  Europa URD0005
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Alziamo La Testa - Volantino Manifestazione del 30 Settembre 1995


Alziamo La Testa - Volantino Manifestazione del 30 Settembre 1995

Arcigay Arcilesbica Pink: Volantino Fronte/retro, Stampa monocromatico Blu - Anno 1995
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#arcigay #arcigayverona #pink AlziamoLaTesta volantini  Azione Omosessuale 1995
Cod: URV0009

Verona Pride 2001- Il primo PRIDE veronese - Articolo dell'Arena del 9 Giugno 2001

Quando fu organizzato il primo PRIDE di piazza a Verona? E' una domanda ricorrente che molte/i ci fanno.Vi proponiamo un articolo dell'ARENA - Giornale di Verona del 9 Giugno 2001, giorno in cui si svolse il Primo VERONA PRIDE, organizzato da ARCIGAY PIANETA URANO VERONA, CIRCOLO PINK, UAAR e altre realtà, il cui slogan era "La Cittadinanza Va Scritta!" L'articolo illustra il percorso che venne fatto dal corteo, i luoghi delle contromanifestazioni organizzate da fascisti vari ed integralisti cattolici ed un dettagliato resoconto degli avvenimenti in Consiglio Comunale nella calda estate di lotta del 1995.

Verona: Il Consiglio Comunale non vota la mozione contro l'Omofobia

Coppia gay aggredita in casa, il Consiglio comunale non vota la mozione di solidarietà
Ostruzionismo da parte della maggioranza a Palazzo Barbieri durante l'ultima seduta, nella quale si sarebbe potuta votare la "Mozione di solidarietà e contro il razzismo e l'omofobia"...

Articolo su Verona sera del 21.9.2018


::Leggi l'Articolo

OmoBiTransfobia: Il Veneto approva la mozione 340 che riconosce la sola "Famiglia Naturale".

>> Mozione 340 (pdf)
>> Resoconto della seduta (pdf) (word)
>> Mozione 340 (sito Regione Veneto)

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A distanza di oltre un ventennio dalla vergognosa Mozione 336  in cui il Comune di Verona decretò che le persone lgbt dovessero essere ritenute «non gradite», «contro natura» e «pericolose» per la società, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la mozione 340 prevede l’appoggio della Regione a «quanti si battono in difesa della famiglia naturale» ed «efficaci politiche di sostegno alla natalità».
Ovviamente il termine «naturale», come sempre avviene, viene reinterpretato e riutilizzato a sostenere che «naturale» sia sinonimo di eterosessuale.
A farsi promotore di tale ideologia è Giovanna Negro (Veneto del Fare – Flavio Tosi – Alleanza per il Veneto), primo firmatario della vergognosa mozione che tenta di cancellare le unioni civili per sancire la presunta supremazia dell'eterosessualità. A lei va attribuito il seguente testo: 

- i Padri Costituenti, nella redazione dell’articolo 29 della Carta, hanno stabilito che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” definendo chiaramente i contenuti e la valenza di tale primario istituto;
- purtroppo assistiamo quotidianamente alla messa in discussione di questo principio. L’azione distruttoria di questo articolo portata avanti da certi ambienti politici e sociali ha, ormai da tempo, subito una forte accelerazione, anche per effetto della cosiddetta Legge Cirinnà. Sul tema si vivono ormai, di continuo, paradossi come per esempio attaccare brutalmente una madre perché allatta con discrezione il suo bambino o il tentativo di abolire le feste della Mamma o del Papà;
CONSIDERATO che non è assolutamente messo in discussione il rispetto che si deve alla persona, qualsiasi sia il suo orientamento sessuale e/o di credo, ma va sostenuto e promosso il ruolo di protezione della famiglia, vero e unico porto sicuro, specialmente in momenti di particolari difficoltà economiche e sociali come quelle che sta vivendo il Veneto e l’Italia tutta;
RILEVATO che le previsioni di calo demografico che si prospettano per il Paese, per il prossimi decenni, richiedono una politica di incentivo alle giovani generazioni a dar vita a nuove famiglie che possano procreare nel segno della continuità;
tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi con provvedimenti ed azioni, soprattutto di carattere programmatorio ed economico, che mirino al sostegno e assistenza delle famiglie naturali, incentivandone la formazione e agevolando le future mamme.


La mozione è stata approvata il 3 luglio 2018 dopo un allucinante dibattito che si può leggere qui o vedere tramite video sotto.


Mozione 336 - Comune di Verona - 14.7.1995

La Mozione 336, è un documento proposto da un gruppo di consiglieri comunali di centro destra, estrema destra, tra cui la Lega Nord, depositata in Comune a Verona il 27 aprile 1995. E' la sintesi di un primo documento, il "Documento Padovani" del consigliere Elmo Padovani dell'allora Patto Segni, presentato in Comune e reso pubblico dai media locali e nazionali. Il "Documento Padovani" che aveva contenuti chiaramente omofobici, familisti e antilibertari, suscitò un dibattito forte e a tratti violento nell'opinione veronese durante tutta la primavera-estate 1995. Fu la risposta della destra omofobica e familista veronese (su consiglio di alcuni gruppi di integralisti cattolici cittadini) alla Risoluzione A3-0028/94 "sulla parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità Europea", approvata l'anno prima dal Parlamento Europeo. 

Il circolo ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA (Unica organizzazione per i diritti Lgbt* presente allora a Verona) organizzò una serie di eventi, manifestazioni ed incontri con esponenti politici e consiglieri comunali al fine di fermare l'approvazione di tale intollerante proposta. Il dibattito uscì dai confini locali per entrare in quelli nazionali ed europei, dopo un infuocato consiglio comunale il 22 giugno, nel quale per la prima volta a Verona e probabilmente anche in Italia, alcuni consiglieri della maggioranza, nei loro interventi, usarono toni apertamente violenti e d'incitamento all'odio verso gay, lesbiche e disprezzo contro le donne. Spiccarono in particolare quelli del consigliere Vittorio Bottoli, con un vergognoso sermone contro l'autodeterminazione delle donne, quello di Gianfranco Carletti, che chiese il "diritto alla cura dei gay" nel senso della riconversione, ma a distinguersi su tutti per la sua gravità, ci fu quello del consigliere della Lega Nord, Romano Bertozzo che pronunciò queste frasi: "«Il brutto, l’osceno, lo schifo è di moda? Lo vogliamo importare qui da noi, per la famiglia? …
Considerando la nostra cultura e paese altamente di fede cattolica, se vogliono e pretendono la par conditio (gli uomosessuali) allora dobbiamo farli “capponi” per la tranquillità di tutti. Noi diamo loro l’unione per vivere assieme e loro cedono alla nostra chirurgia i loro attributi…»." 

La frase scatenò un'ondata d'indignazione, ma anche approvazione e sostegno. Bertozzo qualche giorno dopo fu espulso dalla Lega Nord su diretta richiesta del suo leader Umberto Bossi. A seguito delle dichiarazione del Bertozzo, gli/le attivisti/e di ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA chiesero ed ottennero un incontro con la Sindaca Michela Sironi Mariotti, alla quale chiese esplicitamente un suo intervento per il ritiro della mozione presentata. Anche i gruppi di integralisti cattolici, veri ispiratori sia del "Documento Padovani" che della "Mozione 336", con in testa "Famiglia e Civiltà" con il suo leader Palmarino Zoccatelli e "Sacrum Imperium" con Maurizio Ruggiero, chiesero un incontro con la sindaca per chiederle invece di non cedere alle pressione delle organizzazioni "sodomite". La Sindaca (Forza Italia) in seguito, dichiarandosi "equidistante" da entrambe le posizioni, con il suo atteggiamento vigliacco, consentì invece che la mozione rimanesse al suo posto fino alla sua approvazione avvenuta durante un altro infuocato consiglio comunale, il 14 luglio 1995.

Dopo l'approvazione, gli/le attivisti/e presenti tra il pubblico alla seduta, scesero in strada e davanti a Palazzo Barbieri (sede del Comune), per protestare ed attirare l'attenzione su questa vergognosa decisione, al grido di "Siete fuori dall'Europa", bloccarono il traffico sdraiandosi sulle striscie pedonali. Segui, l'intervento immediato dei vigili urbani e dei carabinieri che condussero in caserma glie esponenti del circolo 
ARCIGAY-ARCILESBICA VERONA, denunciati poi per "blocco del traffico" e "manifestazione non autorizzata". L'ondata d'indignazione generale suscitata al seguito dell'approvazione di una mozione con contenuti altamente lesivi della dignità delle persone gay e lesbiche e all'arresto degli attivisti, portò successivamente ad una serie di iniziative pubbliche a livello nazionale ed europeo, tra cui interpellanze parlamentari, petizioni e pronunciamenti di parlamentari europei e commissioni varie. Durante l'estate nacque il Comitato "Alziamo la Testa" composto principalmente dagli/dalle attivisti/e arrestati/e che convocò, il giorno 30 settembre una grande manifestazione di tutto il movimento lgbt+ italiano e di chi si riconosceva nella lotta contro ogni forma di oscurantismo, discriminazione e per l'autodeterminazione delle persone.