Lettera all'Arena - Corrado Pellachini - 25 Agosto 2014

Si è un po' stufi di leggere lettere al giornale nelle quali si vuole delegittimare la battaglia per i diritti delle persone omosessuali con casistiche e argomentazioni che alla meglio sono prive di ragionevolezza e alla peggio rappresentano delle eccezioni tali da non rappresentare nulla di ciò che avviene normalmente nelle faccende umane. L'ultima in ordine di tempo è la lettera apparsa il 24 agosto in cui il mittente preoccupato della sua limitata libertà di pensiero perché nel mondo presunto civile vengono approvate leggi contro la discriminazione omosessuale, conclude la lettera augurandosi che " Dio ce ne scampi" dall'approvare leggi per la difesa dei diritti delle persone omosessuali che eventualmente tutelerebbero la dignità personale. Cosa c'entra , dunque, Dio con la dignità umana di certe persone che proprio in virtù di quel Dio hanno subito le più spietate discriminazioni? È una società discriminante che si ha in mente quando si parla di società civile e democratica? La battaglia per i diritti delle persone omosessuali non ha nulla a che fare con la limitazione della libertà altrui. Nemmeno con la libertà di pensiero. A tal proposito, la legge Scalfarotto stabilisce chiaramente che il motivo della legge non è limitare il libero pensare, come ogni volta viene sostenuto erroneamente dai suoi oppositori, ma piuttosto quello di punire eventualmente il comportamento discriminatorio che da quel pensare discende e che costituisce un comportamento basato su un pregiudizio omofobo. Comportamento discriminatorio vuol dire: dare del "frocio", picchiare, impedire stessi diritti a coppie omosessuali, ecc, ecc. È una cosa, questa, difficile da capire? 

Di Corrado Pellachini
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Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 25 Agosto 2014
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