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Intervento di Laura Pesce, presidente di Pianeta Milk Arcigay Verona alla serata incontro a Bussolengo. 14.5.2018

Laura Pesce - Presidente Pianeta Milk Arcigay Verona.
Foto: Michele Vaccari
Intervento di Laura Pesce, presidente di Pianeta Milk Arcigay Verona alla serata incontro a Bussolengo.

NUOVI DIRITTI.

Partiamo proprio dal titolo dell’argomento che mi è stato affidato: NUOVI DIRITTI; è questo il senso che vorrei dare al mio intervento.
Perché l’approvazione della legge sulle unioni civili risale ormai a 2 anni fa, ha dato vita a un dibattito spesso tra il volgare e il grottesco, è arrivata dopo anni di richiami e sanzioni da parte della Corte Europea dei Diritti Umani verso l’Italia, per la mancanza di una regolamentazione per le coppie dello stesso sesso, lasciando comunque una gran parte del Movimento insoddisfatta.
Certamente parlando dei nuovi diritti uno degli obiettivi è il matrimonio egualitario, ma il cammino verso la piena cittadinanza e uguaglianza delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e di tutte le soggettività non conformi, non passa solo attraverso il riconoscimento di diritti coppia o di famiglia, ma anche attraverso i diritti civili di ogni singolo e singola.

Ideologia Gender? Pianeta Milk Verona Lgbt* Center scrive una lettera al Comune di Cerea.

Ideologia Gender? Pianeta Milk Verona Lgbt* Center scrive una lettera al Comune di Cerea.

Egregio Sindaco, Egregi/e Assessori/e, Egregi/e Consiglieri/e,

abbiamo appreso da articoli di stampa (L’Arena del 6.12.2017 [1] e del 8.12.2017 [2]) che il Comune di Cerea ha deliberato una modifica del proprio regolamento comunale per la richiesta di Patrocinio, che sarà quindi negato alle associazioni e agli enti che, secondo un non chiaro metodo di valutazione, saranno ritenute promotrici della cosidetta “Ideologia del Gender” 
(“Se ci saranno iniziative a sostegno dall’ideologia gender, promosse da associazioni o da altri enti, a quelle negheremo il patrocinio” dichiarazione del Sindaco).

Lettera all'Arena - Sebastiano Ridolfi - 11 e 14 Agosto 2014


Lettere al Direttore - L'Arena 

Gentile Direttore e gentili lettori, sono nato e cresciuto a Verona, amo questa città e tento ogni giorno di contribuire a renderla un luogo migliore da visitare e in cui vivere. Mi sono innamorato per la prima volta di un ragazzo all’età di 25 anni, e ho sempre considerato quell’amore come una benedizione. A Verona vivono migliaia di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali/transgender e intersex, perlopiù nell’ombra, spesso incapaci di accettare la loro condizione, ridotti a cessare di vivere la propria vita in favore di un presunto modello religioso e sociale che a loro non appartiene. Come alcuni di loro, io ho scelto di vivere questa condizione/benedizione alla luce del sole. Nel mio cuore mi auguro di potermi sposare qui con il mio compagno e di costruire una famiglia, con dei figli, se anche lui li vorrà. Non ho mai percepito questa aspirazione come una minaccia all’integrità della cosiddetta famiglia tradizionale: dove c’è l’amore, il resto viene da sé. Non sono meno veronese io del nostro Sindaco, né dei tanti Giovani Padani che la abitano. Come tale, perché anch’io non posso vedere realizzare nella mia città natìa le mie legittime aspirazioni? Perché, come i leghisti proclamano da sempre, anche noi non possiamo essere padroni a casa nostra? Un cordiale saluto,

S.R. 


Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 9 Agosto 2014 
E' STATA PUBBLICATA l'11 e il 14 Agosto

Lettera all'Arena - Anna Rita Di Martino - 24 Agosto 2014

Caro Direttore, buongiorno. Vorrei dire la mia sull’omosessualità. 

Sono una donna di 61 anni, mi chiamo Anna Rita Di Martino e so di essere lesbica da sempre. Ho scoperto la mia omosessualità a 13 anni e Le garantisco che è stata dura vivere la mia condizione a quei tempi. Da sempre lotto per i nostri diritti affinché i giovani non siano costretti a vivere quello che abbiamo dovuto vivere noi. Se ai nostri tempi avessimo avuto a scuola un’informazione sulla sessualità, credo che la nostra vita sarebbe stata migliore. Oggi non sono più una ragazzina, non ho più timore di viaggiare da sola perché nel tempo il mio carattere si è fortificato e mi sono abituata a vivere senza paura. Sono a Verona da 13 anni, sono arrivata in questa splendida città per amore di una donna (veronese da generazioni) e insieme per circa 8 anni abbiamo lottato per i nostri diritti; qualche anno fa Lei ha fatto delle scelte diverse, ma io continuo a lottare per i nostri diritti. Sono una lavoratrice instancabile, faccio la volontaria in Croce Verde da quando sono arrivata a Verona e prima ero volontaria a Torino in Croce Rossa. Ripeto, non ho mai avuto problemi ad accettare la mia omosessualità, dichiarata da sempre e fiera di essere chi sono e come sono. Ma il punto è un altro. Io non mi sento malata, anzi. Sono una persona sanissima, non ho bisogno di pillole per diventare eterosessuale o per formarmi una famiglia. Sono lesbica e desidero formare un nucleo familiare come tale, perché lavorando pago le tasse come tutti e tutte e voglio vedere i miei diritti rispettati come quelli di tutti gli altri, e non essere considerata una cittadina veronese di serie B. Ho lottato (e continuerò finché avrò vita) per far riconoscere i nostri diritti, e spero proprio che il nostro Sindaco mantenga la promessa (dichiarata sui giornali) di costituire un registro delle coppie di fatto, ma non solo per noi omosessuali: ci sono tante coppie eterosessuali che non hanno intenzione di sposarsi, desiderano convivere pur vedendo riconosciuta questa unione con diritti e doveri annessi. Se nelle scuole di parla di omosessualità e si educano i figli a non essere omofobi, ad accettare il diverso, non si diventa omosessuali per contagio. Quando si nasce siamo tutti uguali, poi le proprie scelte della vita ti cambiano. Detto ciò mi auguro che l’Ordine del Giorno che è stato approvato generi un vero dibattito pubblico, ma dando a noi omosessuali la possibilità di dire la nostra senza strumentalizzazioni. 

La ringrazio con stima, Anna Rita Di Martino*

*Presidente Arcilesbica Verona e consigliera del Milk Verona Lgbt Community Center

Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 24 Agosto 2014 
MAI PUBBLICATA

Lettera all'Arena - Angelo Campedelli - 29 Agosto 2014

IDEE - Paesi Civili e Democratici

In una lettera di domenica 24 agosto si parla di “Civiltà e democrazia” riportando, a discredito di quanto sta avvenendo in alcuni Paesi, esempi descritti solo a metà (quindi non dando un’informazione corretta). Il signore arrestato in Scozia è un predicatore che in pubblico ha parlato contro gli omosessuali. Il pasticciere inglese non solo si è rifiutato di fare la torta per il matrimonio di due lesbiche (e ciò ha una parola ben precisa: discriminazione), ma ha pure apostrofato e insultato le due donne. In Francia il presidente Hollande sta pensando di vietare le manifestazioni anti aborto dentro e fuori gli ospedali statali dove, civilmente, non si fa altro che applicare una legge votata democraticamente. Il signore francese non ha potuto votare perché si è presentato al seggio elettorale con una maglietta dal chiaro contenuto politico: quello della famiglia tradizionale (ovviamente in contrapposizione alle altre forme di famiglia). La coppia australiana, che ha rifiutato il figlio avuto con l’utero in affitto da una donna tailandese, ne risponderà in termini di legge se ha abusato di questa pratica. In conclusione: nei Paesi civili e democratici si vuole, semplicemente, garantire i diritti a tutti (così come i neri hanno gli stessi diritti dei bianchi, anche gli omosessuali devono avere gli stessi diritti degli eterosessuali), garantire il rispetto per tutti (così come è reato qualunque forma di razzismo, deve essere reato anche qualunque forma di omofobia), e garantire la libertà a tutti (Salvemini: “I cattolici rivendicano le loro libertà in base ai nostri principi, e negano le nostre libertà in base ai loro principi”). 

Campedelli Angelo (circolo UAAR di Verona).

Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 29 Agosto 2014 , poi risollecitato a pubblicarla, è stata PUBBLICATA senza tagli il giorno 5 Settembre 2014

Lettera all'Arena - Luigi Turri - 26 Agosto 2014

Non me ne voglia l'autrice o l'autore della lettera "Civiltà e democrazia" se dico che per esprimere il proprio pensiero liberamente bisognerebbe almeno avere le idee chiare e aver lume di ciò che si sta dicendo. Com'è possibile che chi esprime idee contro l'aborto o l'eutanasia venga tacciato di omofobia? Perché è questo che c'é scritto nella lettera! Le cose sono due: chi scrive queste cose è molto confuso e non ha idea di cosa stia dicendo o veramente l'omofobia sta diventando per alcuni una valvola di sfogo per qualsiasi frustrazione personale, politica, sociale. Inoltre, citare notizie errate e/o incomplete per avvalorare le proprie "idee" rimane una cosa estremamente grave, sia che sia fatto per ignoranza (come si possono trarre conclusioni corrette partendo da basi errate?) o peggio ancora per malafede. E sappiamo bene che i fatti inventanti o narrati in maniera non corretta sono da sempre alla base di molte stumentalizioni politiche, dall'incendio di Roma ai tempi di Nerone fino ai Protocolli dei Savi di Sion. Non saremo certo a questi livelli, ma riguardo alle notizie citate nella lettera, vorrei far presenti alcune cose (e mi parrebbe giusto che un quotidiano d'informazione e antica tradizione come l'Arena riportasse almeno la versione corretta degli eventi citati. Posso fornire all'occorrenza ampia rassegna stampa a riguardo, presa da stampa internazionale - Le Figaro, Le Monde, The Guardian, Daily Mail etc.- e non da Notizieprovita.it). 

1. John Craven, accusato di omofobia per aver letto brani delle Sacre Scritture, è stato sì portato in carcere e lì trattenuto per 19 ore in condizioni non ottimali, mentre venivano condotte le prime indagini. Ma oltre al fatto che tutto ciò avveniva a Manchester e non in Scozia e che il brano "incriminato" era quello di Apocalisse 21:8 e non un generico San Paolo, l'autore/autrice della lettera non menziona che alla fine del processo che ne è seguito, al predicatore sono state riconosciute 13.000 sterline (oltre 16.000 euro) come indennizzo per il trattamento subito. E comunque vorrei vedere cosa (giustamente) potrebbe succedere ad un uomo che per strada dicesse ad una donna sconosciuta: "non mi puoi insegnare né dettare legge, sono un uomo. Non fu Adamo ad essere ingannato, ma la donna, che si rese quindi colpevole di trasgressione. Stai sottomessa, come dice la Legge", citando a caso e senza contesto San Paolo (1Tim 2, 12-14 e 1Cor 14, 34). 

2. Il fatto della pasticceria, la Ashers Baking Company, che rifiuta di fare la torta a tematica gay avviene in Irlanda del Nord e non in Gran Bretagna, e nelle due regioni le leggi relative alle unioni omosessuali sono ben diverse. Inoltre l'azione legale intrapresa contro la pasticceria da chi aveva commissionato la torta è ancora in corso. Per cui niente multa. O per lo meno non ancora. Aspettiamo almeno la sentenza prima di sentenziare. 

3. Il caso di Gammy, il bambino down nato in Tailandia da un utero in affiato e abbandonato, è piena di misteri ancora non risolti, ma... che c'entra con l'omosessualità? I "compratori" sono la coppia australiana formata da David e Wendy Farnell, quindi da un uomo e una donna. E la condanna per pedofilia subita una ventina di anni fa dal sig. Farnell, già padre di tre figli, dovrebbe far riflettere: forse non basta la famiglia naturale perché tutto sia rose e fiori. 

4. Il signor Bruno di Tolosa in Francia ha votato. Ha dovuto cambiarsi la felpa, ma ha votato. Lo scrutatore sarà stato anche troppo zelante nell'applicare la legge che proibisce simboli politici nei seggi elettorali, ma per quanto Manif pour Tous non sia un partito politico, non si può certo negare che faccia politica. Quindi: ben venga la libertà di pensiero, ma non basandola su panzane e almeno cum grano salis. Sperando che citare Plino il Vecchio non sia considerato reato.

di Luigi Turri
Presidente Milk Center Verona

Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 26 Agosto 2014 
MAI PUBBLICATA

Lettera all'Arena - Corrado Pellachini - 25 Agosto 2014

Si è un po' stufi di leggere lettere al giornale nelle quali si vuole delegittimare la battaglia per i diritti delle persone omosessuali con casistiche e argomentazioni che alla meglio sono prive di ragionevolezza e alla peggio rappresentano delle eccezioni tali da non rappresentare nulla di ciò che avviene normalmente nelle faccende umane. L'ultima in ordine di tempo è la lettera apparsa il 24 agosto in cui il mittente preoccupato della sua limitata libertà di pensiero perché nel mondo presunto civile vengono approvate leggi contro la discriminazione omosessuale, conclude la lettera augurandosi che " Dio ce ne scampi" dall'approvare leggi per la difesa dei diritti delle persone omosessuali che eventualmente tutelerebbero la dignità personale. Cosa c'entra , dunque, Dio con la dignità umana di certe persone che proprio in virtù di quel Dio hanno subito le più spietate discriminazioni? È una società discriminante che si ha in mente quando si parla di società civile e democratica? La battaglia per i diritti delle persone omosessuali non ha nulla a che fare con la limitazione della libertà altrui. Nemmeno con la libertà di pensiero. A tal proposito, la legge Scalfarotto stabilisce chiaramente che il motivo della legge non è limitare il libero pensare, come ogni volta viene sostenuto erroneamente dai suoi oppositori, ma piuttosto quello di punire eventualmente il comportamento discriminatorio che da quel pensare discende e che costituisce un comportamento basato su un pregiudizio omofobo. Comportamento discriminatorio vuol dire: dare del "frocio", picchiare, impedire stessi diritti a coppie omosessuali, ecc, ecc. È una cosa, questa, difficile da capire? 

Di Corrado Pellachini
Milk Center

Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 25 Agosto 2014
MAI PUBBLICATA