Lettere al Direttore - L'Arena
Gentile Direttore e gentili lettori,
sono nato e cresciuto a Verona, amo questa città e tento ogni giorno di contribuire a renderla un luogo migliore da visitare e in cui vivere. Mi sono innamorato per la prima volta di un ragazzo all’età di 25 anni, e ho sempre considerato quell’amore come una benedizione.
A Verona vivono migliaia di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali/transgender e intersex, perlopiù nell’ombra, spesso incapaci di accettare la loro condizione, ridotti a cessare di vivere la propria vita in favore di un presunto modello religioso e sociale che a loro non appartiene.
Come alcuni di loro, io ho scelto di vivere questa condizione/benedizione alla luce del sole. Nel mio cuore mi auguro di potermi sposare qui con il mio compagno e di costruire una famiglia, con dei figli, se anche lui li vorrà. Non ho mai percepito questa aspirazione come una minaccia all’integrità della cosiddetta famiglia tradizionale: dove c’è l’amore, il resto viene da sé.
Non sono meno veronese io del nostro Sindaco, né dei tanti Giovani Padani che la abitano. Come tale, perché anch’io non posso vedere realizzare nella mia città natìa le mie legittime aspirazioni? Perché, come i leghisti proclamano da sempre, anche noi non possiamo essere padroni a casa nostra?
Un cordiale saluto,
S.R.
Spedita al direttore del L'ARENA - Giornale di Verona il 9 Agosto 2014
E' STATA PUBBLICATA l'11 e il 14 Agosto