A proposito di trans



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Mi piacciono le donne, ho un cromosoma Y in corpo, faccio parte dell’Arcigay, ho una laurea in psicologia, e vorrei intervenire nel dibattito.

Innanzitutto, le persone transgender vogliono che ci si riferisca a loro con il genere di scelta e non con quello di nascita – quindi, un’MtF (male-to-female) va definita “una trans” e non “un trans”.

Per quanto riguarda Marrazzo, dico solo che con il proprio coniuge è inevitabile giudicarsi a vicenda, perché vivere insieme significa anche accertarsi che ognuno faccia la propria parte nel rapporto.

E’ legittimo volere un rapporto in cui non si venga giudicati, ma si deve cercarlo altrove. E’ necessario ricorrere ad una sex-worker per averlo?

No: esiste il “counseling”, ovvero la famiglia di terapie ispirate a Carl Rogers, in cui il “counselor” non deve giudicare il cliente, ma accoglierlo; se Marrazzo si fosse rivolto ad un “counselor”, non sarebbe nato questo putiferio.

Non sono per nulla convinto che sia l’omosessualità a motivare gli uomini che cercano rapporti con le trans - chi cerca un rapporto omosessuale cerca un altro maschio, e lo trova facilmente.

Se ci pensate un attimo, vi rendete conto che i vestiti occultano i caratteri sessuali primari (i genitali), ma evidenziano quelli secondari – per le donne seno, vita, glutei, fianchi, ecc.

Un maschio etero, nei ristretti limiti in cui è lui a scegliere e non ad essere scelto, sceglie la sua partner sulla base di questi caratteri sessuali secondari, e dei tratti di personalità – e questo permette alle transgender MtF di entrare in gioco, esibendo caratteri sessuali secondari “supernormali” ed una personalità conforme ad un modello femminile.

Ci sono maschi che interpretano caratteri sessuali secondari e personalità come promesse che devono essere mantenute proprio dagli organi genitali, ed evitano le trans; ma chi è più flessibile (io non lo sono – ma perché giudicare il mio prossimo?) può accettare una “soddisfazione alternativa”.

Va aggiunto che nessuno considera omosessuale un maschio che ha rapporti orali od anali con una femmina “biologica”, e non vedo perché applicare un “doppio standard”; San Bernardino da Siena disse in una predica di aver conosciuto una donna ancora “vergine” dopo otto anni di matrimonio, e non credo che considerereste gay suo marito, anche se per la chiesa egli era reo di “sodomia imperfetta”, ovvero con donna.

Le transgender, quelle che non chiedono la rettificazione chirurgica del sesso, vogliono essere considerate donne per i loro caratteri sessuali secondari e la loro personalità, anche in contrasto con i loro organi genitali.

In Germania loro possono assumere un nome femminile, sufficiente per “passare” da donna in moltissime circostanze; in Spagna possono chiedere di essere considerate in tutto e per tutto donne di fronte alla legge.

Non vedo perché biasimare Marrazzo perché la pensa come i legislatori di due paesi all’avanguardia nell’Unione Europea, e non vedo perché tacciare di omosessualità (ovviamente per me non è negativa - ma quello che è falso è sempre un insulto) chi la pensa come lui e come loro.

Saluti.


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Raffaele Ladu