L'associazionismo LGBT spiegato agli etero

Leggendo il libro Psicoterapia e omosessualità di Margherita Graglia, qui recensito, ho potuto notare che molti psicoterapeuti non riescono a capire l'utilità delle associazioni LGBT, e spesso le accusano di promuovere l'autoghettizzazione dei soci.

Voglio provare a spiegare perché sbagliano, partendo dal presupposto quasi utopico che le persone LGBT non abbiano nulla di che lamentarsi, né da parte delle istituzioni pubbliche, né da parte dei loro concittadini etero. Se questo presupposto non vale, il mio argomento viene rafforzato.

La prima cosa da osservare è che la "prevalenza" delle persone LGBT non è né trascurabile né elevata – il libro prima citato la stima tra il 3 e l'8%, ovvero da 1 persona su 34 ad 1 persona su 13.

La seconda cosa da osservare è che la sessualità degli esseri umani viene modellata non solo dall'educazione, ma anche dal continuo confronto con i propri pari, durante tutta la vita.

Sebbene il mio pseudonimo sia Fedra, sono un maschio etero sulla cinquantina, e posso dire di aver imparato molte cose dai miei amici gay e dalle mie amiche lesbiche, il che mi fa pensare che valga anche l'inverso – che un gay od una lesbica possano imparare molte cose anche dagli etero.

Ma la cosa insostituibile, cioè come vivere da gay o da lesbica nell'Italia dell'anno di grazia 2010, la si può imparare soltanto da chi condivide il proprio orientamento sessuale; ed anche per chi è etero ed ha genitori etero vale il principio che non bastano i genitori per educare - tutti sanno che il figlio o la figlia hanno bisogno anche di mentori od insegnanti, e di un appropriato gruppo di pari, conosciuto dai genitori.

Le associazioni LGBT possono essere per gli adolescenti questo gruppo di pari, col vantaggio che buona parte dei loro membri è visibile; non farle frequentare ai propri figli LGBT vuol dire rischiare che il loro gruppo di pari sia clandestino e potenzialmente più preoccupante.

La prima funzione è quindi educativa, più importante per i figli LGBT, visto che l'esempio di genitori etero nel loro caso ha un valore minore.

La seconda funzione è rivendicativa: molti miei lettori hanno imparato a loro spese che perché un contratto od una legge vengano scrupolosamente rispettati occorre essere sempre vigili e pronti ad agire per tutelare i propri interessi; ed hanno appreso anche che il reclamo di una sola persona viene facilmente ignorato, mentre l'azione promossa da tutte le persone danneggiate dalla violazione della legge o del contratto ha ben altro peso.

Come esistono le associazioni che tutelano gli interessi delle più varie categorie di persone, così è giusto che esistano le associazioni LGBT ed opportuno aderirvi.

La terza funzione è di sostegno ed aiuto reciproco, perché anche se le istituzioni pubbliche sono equanimi, ed i concittadini etero cordiali, si può sempre cadere vittime della malasorte: ci si può ammalare gravemente, essere licenziati per ristrutturazione aziendale, avere un lutto, essere vittime di un crimine o di una calamità naturale, eccetera.

In questi casi, è più facile, rapido ed efficace il sostegno e l'aiuto che si riceve dalle persone di pari condizione: molti di voi avranno notato che se un lavoratore dipendente perde un congiunto, il suo datore di lavoro, nel migliore dei casi, si limita ad un telegramma di circostanza, ma la solidarietà anche psicologica gliela offrono i suoi colleghi.

Allo stesso modo, è più facile, rapida ed efficace la solidarietà che in una simile occasione un gay od una lesbica ricevono dagli amici e dalle amiche del loro orientamento sessuale - anche se è raccomandato che pure gli etero gliela offrano.

Dal sostegno ed aiuto reciproco si passa all'amicizia - la quarta funzione; se è vero che la disponibilità all'amicizia dovrebbe estendersi a tutti gli esseri "senzienti" (per usare il gergo di Star Trek), e le amicizie che uniscono uomini gay a donne etero sono spesso leggendarie, è anche vero che è più facile essere amici delle persone con cui si condividono idee, valori ed orientamenti di fondo - tra cui quello sessuale.

La quinta funzione è di informazione: ci sono molte situazioni che affrontano le persone LGBT alle quali non è possibile trasporre meccanicamente le soluzioni che valgono per le persone etero, e nelle associazioni LGBT si accumulano le competenze necessarie ad affrontarle. Nessuno si rivolge ad un cardiologo per un problema di vista, e la qualità dell'assistenza che riceverebbero le persone LGBT senza le loro associazioni non sarebbe migliore degli occhiali che può prescrivere un cardiologo.

La sesta funzione è di socializzazione, anzi, diciamolo pure, di rimorchio: l'etero che cerca un partner del sesso opposto può ben affrontare il rischio che 1 persona ogni 13 (od 1 ogni 34) che incontra lo respinga perché gay o lesbica; ben altro è il problema per la lesbica od il gay.

Infatti, se usassero gli stessi metodi degli etero, 12 persone su 13 (o addirittura 33 su 34) che incontrano li respingerebbero - e per trovare infine il partner, dovrebbero sviluppare la medesima petulanza che hanno i telemarketer, che passano la giornata a telefonare ai possibili clienti, mettendo nel conto decine e centinaia di rifiuti tra una vendita riuscita e l'altra.

Un'associazione in cui gli etero siano praticamente assenti (o comunque ben segnalati) rende tutto più facile.

Tutto questo vale presumendo, in modo quasi utopistico, che le persone LGBT non subiscano discriminazioni e persecuzioni; e se questo presupposto non vale?

La funzione educativa di un'associazione LGBT diventa ancora più importante, perché deve aiutare i soci a sviluppare le risorse interiori (la "resilienza", per usare una parola ora di moda) per resistere allo "stigma" ed alle sue conseguenze negative per la propria salute.

Conquistare dei diritti è più faticoso del difenderli, e questo rende più importante unirsi per rivendicarli.

In una società in cui discriminazioni, aggressioni e torti sono pane quotidiano, il sostegno e l'aiuto reciproco sono indispensabili.


In una società senza discriminazioni e persecuzioni, anche le persone più dissimili riescono a fare amicizia; ma quando ci sono discriminazioni e persecuzioni, una persona LGBT rischia di trovare solo altre persone LGBT disposte ed esserle amiche.

Peggio sono trattate le persone LGBT, meno persone ed istituzioni al di fuori di loro stesse e delle loro associazioni sono interessate a studiare il modo di migliorare la loro condizione – e più importanti sono le competenze che le associazioni LGBT si preoccupano di raccogliere, conservare, sviluppare e tramandare.

Infine, quanto più pericoloso è mostrare apertamente il proprio orientamento sessuale non-etero, tanto più importante è avere dei luoghi in cui sia possibile incontrare dei possibili partner in relativa sicurezza. Fatevi raccontare da un gay che cosa rischia se per errore si propone ad un etero: non tutti si limitano a rispondergli col sorriso sulle labbra che non ha purtroppo speranze.


Raffaele Ladu