Coniugi etero di persone LGBT

Secondo il sito:

  • il 20% di tutti i maschi gay americani è impegnato in un matrimonio etero;
  • il 50% di tutti i maschi gay americani ha generato dei figli (non è specificato quanti hanno imitato Adamo ed Eva e quanti hanno usato altre tecniche);
  • il 40% di tutte le lesbiche americane è sposata con un uomo;
  • il 75% di tutte le lesbiche americane ha generato dei figli (anche qui non è specificato come).
Non conosco le cifre italiane, ma ho conosciuto a Verona sia uomini che donne che sono o sono stati sposati con persone dell'altro sesso prima di scoprire o decidersi a vivere la propria omosessualità - quindi anche in Italia abbiamo quelle che in America vengono chiamate "coppie ad orientamento sessuale misto".

Che cosa succede quando uno dei due coniugi fa il "coming-out" con l'altro, rivelandogli di non essere etero, ma omosessuale, bisessuale, trans?

Secondo [1], che si rifà ad informazioni contenute nel sito:

  • un terzo di queste "rivelazioni" provoca l'immediato divorzio;
  • un terzo di queste "rivelazioni" innesca la fine del matrimonio, che si consuma nel giro di 1-2 anni;
  • un altro terzo di queste "rivelazioni" trova entrambi i coniugi pronti a lottare per salvare il matrimonio:
    • metà di loro (un sesto del totale) non ci riesce e divorzia in meno di 3 anni;
    • l'altra metà (un sesto del totale) riesce a far durare il matrimonio 3 o più anni dopo la "rivelazione", magari riscrivendone profondamente le regole.
Le storie, scritte o filmate, di coppie in cui il marito etero è più che contento di avere una moglie bi, sono quindi verosimili, ma rappresentano un'infima minoranza di quel sesto dei casi in cui la coppia resiste allo shock; nella stragrande maggioranza dei casi, sono problemi e non gioie.

Negli USA ci si è resi conto che anche il coniuge etero soffre in una situazione del genere, e si è cercato di venirgli incontro con associazioni come:



La prima associazione, Straight Spouse Network = Rete dei Coniugi Etero, già nel nome indica a chi si rivolge soprattutto; la seconda mostra con il suo nome di rivolgersi ad un target più ampio: Parents, Families and Friends of Lesbians and Gay = Genitori, Famiglie ed Amici di Lesbiche e Gay.

Ambo le organizzazioni hanno delle sedi fuori dagli USA; quella più vicina a Verona di [3] è a Zurigo; invece [4] ne ha una a Milano (vedi [5] http://community.pflag.org/page.aspx?pid=752 ), priva però di sito Web, il che mi imporrà di telefonar loro per saperne di più.

Sembra però che in Italia ci sia una rimozione dei problemi dei coniugi etero delle "coppie ad orientamento misto", che credo sia un contraccolpo della feroce omofobia del nostro paese: se il coniuge LGBT si trova vittimizzato dal proprio coniuge etero anziché sostenuto, è difficile pretendere dal primo empatia verso il secondo - ed in questi casi chiedere alle associazioni LGBT di sostenere anche il coniuge etero è come chiedere alle associazioni dei precari italiani di essere comprensive con il ministro Brunetta.

Ciononostante, i problemi esistono, e così li elenca questo documento:

  1. Ovviamente, il più delle volte ci si sente rifiutati sessualmente;
  2. Se il coniuge LGBT ha avuto rapporti extraconiugali, subito il coniuge etero teme di aver contratto l'AIDS e tutte le altre possibili malattie veneree;
  3. Se il coniuge si è scoperto LGBT dopo il matrimonio, molti coniugi etero non possono fare a meno di chiedersi se questo non sia accaduto per propria colpa - anche se la risposta è sempre ed ovviamente "no";
  4. Se si vuol salvare il matrimonio, ci si chiede se ci si riuscirà;
  5. Se si hanno dei figli, i genitori etero con coniuge LGBT si trovano a condividere gran parte dei problemi dei genitori LGBT - problemi che l'associazione "Famiglie arcobaleno" ([7] http://www.famigliearcobaleno.org/ ) ha ben divulgato ed approfondito;
  6. Si crea spesso anche nel coniuge etero una seria crisi d'identità, più grave per lui perché le associazioni che lo possono sostenere sono meno diffuse e meno note di quelle che (giustamente) sostengono il coniuge LGBT, e questo lo fa sentire pericolosamente solo ed isolato;
  7. Oltretutto, nei luoghi in cui l'omofobia è forte, la necessità di "velare" il coniuge LGBT rende difficile anche per il coniuge etero uscire allo scoperto e chiedere aiuto per entrambi - anche l'aiuto non professionale che possono offrire amici, parenti, eccetera;
  8. Forse è più difficile il "coming-out" con il proprio coniuge che con i propri genitori, e questo fa sì che tra il momento in cui si ammette a se stessi di essere LGBT e quello in cui ci si svela al coniuge passa molto tempo - e spesso il coniuge etero considera questo periodo di tempo come il tempo dell'inganno e del tradimento;
  9. Molti sono costretti a rivedere le loro idee sulle relazioni tra i generi - e spesso giungono a conclusioni sconfortanti;
  10. Alla fine, si tratta di un lutto, che viene generalmente elaborato in queste fasi (sia che la coppia sopravviva o meno):
    1. Shock (per la sorpresa) e sollievo (perché questo spiega molte "stranezze" nel comportamento del coniuge);
    2. Empatia (per il coniuge che ha vuotato il sacco) e diniego (entusiastico delle possibili conseguenze future);
    3. Affrontare e riconoscere la realtà che si sta creando;
    4. Rabbia (perché ci si rende infine conto di quello che si è perso);
    5. Accettazione;
    6. Dolore;
    7. Guarigione, riconfigurazione, trasformazione.

Le due associazioni citate ([3] e [4]) lottano contro l'omofobia e per i diritti delle persone LGBT; [3] ha anche pubblicato due documenti:



di cui il primo si esprime contro le terapie riparative, non solo per la loro provata inefficacia e nocività, ma anche perché possono ingenerare nel coniuge etero di chi vi si dovrebbe sottoporre la falsa speranza che possano "rimettere tutto a posto", insieme con il coniuge il matrimonio - alla fine la delusione è ancora più cocente; e (aggiungo io) non mancano le persone che si fanno intortare più di una volta e del fallimento della terapia riparativa incolpano il paziente e non chi l'ha proposta!

Il secondo documento sostiene i matrimoni "omogenere", avvertendo che tutti i tentativi di renderli incostituzionali non faranno altro che indurre ancora più lesbiche e gay a contrarre matrimoni di copertura con persone etero, condannando ambo i coniugi e gli eventuali figli di codesti matrimoni a sofferenza certa.

Quindi ... occuparsi dei coniugi etero delle persone LGBT non significa necessariamente far torto a queste ultime; dovrebbe essere anzi il complemento necessario dell'incoraggiare costoro ad uscire allo scoperto.

A me viene in mente una cosa che avevo letto in un'enciclopedia da bambino: nel 20° secolo i chimici industriali dovettero affrontare il problema che molti processi industriali generavano come sottoprodotto il cloro, un gas corrosivo e velenoso difficile da smaltire.

Il modo più intelligente di risolvere il problema era utilizzarlo per nuovi prodotti chimici, e si può dire che, sebbene alcuni di questi prodotti (come i CFC ed il PVC) si siano dimostrati problematici, la missione dei chimici sia riuscita.

Penso che codesti coniugi etero stiano recitando il ruolo del cloro nell'industria chimica - se non si trova il modo di coinvolgerli positivamente nel movimento, altri cercheranno di sfruttare i loro inevitabili ma transitori sentimenti negativi verso i coniugi LGBT contro di noi.

Raffaele Ladu






P. S: abbiamo acquistato il libro:

  • The Other Side of the Closet [Testo a stampa] : The Coming-Out Crisis for Straight Spouses and Families / Amity Pierce Buxton Ph.D.. - Revised and Expanded. - New York : John Wiley & Sons, 1994. - 332 p. ; 24 cm. - ISBN 9780471021520 :     14,56 EUR
per meglio mettere a fuoco la questione; ad onta della sua età (fu pubblicato nel 1994) è tuttora attualissimo.