Omofobia ed outing, in America ed Italia

Scalpore ed un feroce dibattito ha suscitato nella comunità LGBT l'iniziativa di alcuni blogger di pubblicare una lista di politici italiani omofobi ma gay; chi ha difeso l'iniziativa si è rifatto al precedente del giornalista Michelangelo Signorile, che smascherava i politici americani gay ed omofobi sulla rivista americana "Advocate" (la potete leggere qui); tra gli oppositori c'è Imma Battaglia, che avverte che gli italiani non sono disposti ad indignarsi per l'incoerenza dei politici come fanno gli americani, e l'associazione radicale "Certi Diritti", che paventava la possibilità che le persone così smascherate non facessero altro che chiedere pubblicamente perdono al papa.

Credo che Imma Battaglia abbia mancato il bersaglio, e "Certi Diritti" abbia invece detto con ironia una profonda verità; nello spiegare la mia posizione devo ringraziare innanzitutto Giovanni Dall'Orto ed il suo concetto di "tolleranza repressiva", a cui mi sono ispirato a più riprese.

Quando si valuta la condizione delle persone LGBT in un certo paese, occorre misurare il "soffitto" ed il "pavimento", ovvero il massimo a cui queste persone possono aspirare, ed il minimo a cui possono essere costrette.

In Italia il soffitto è molto più basso che negli USA - in sei stati americani ed a Washington DC vige l'eguaglianza nel matrimonio, ed un professionista della salute mentale con le superstizioni (concetti medici non sono certo) della Paola Binetti viene ignominosamente espulso dall'ordine - ma il pavimento è molto più alto, visto che non capita di trovare in Italia una parlamentare come Sally Kern, deputata repubblicana alla Camera dell'Oklahoma.

Costei (leggete qui) ha detto che i gay sono peggiori dei terroristi, perché i terroristi avranno ucciso in America sì e no cinquemila persone, mentre i gay, diffondendo l'AIDS, centinaia di migliaia; e, sempre secondo la Kern, i gay sono anche un pericolo per la fibra morale della nazione, in quanto usano i media per convincere che l'omosessualità è una cosa normale e naturale.

Sto cominciando a leggere questo libro:
e posso dire che in ogni pagina vengono riprodotti gli stessi argomenti di Sally Kern, applicati però agli ebrei: gli ebrei sono portatori di malattie ripugnanti e contagiose, e sono un pericolo per l'ordine sociale.

Questo tipo di omofobia non è esclusiva di Sally Kern; nel libro (già recensito qui)
si legge che gli omofobi d'oltreoceano sono molto affezionati all'argomento "sanitario": sono convinti che certe pratiche erotiche, a loro avviso particolarmente antiigieniche, siano esclusive dei gay, e questo rende ogni singolo gay un "untore" ed un pericolo per la salute pubblica. Il fatto che questi argomenti siano stati già usati contro gli ebrei, a quanto pare non allarma in America chi non è ebreo (cioè il 98% della popolazione).

Se per gli omofobi americani ogni singolo gay è pericoloso, allora per costoro è intollerabile dare il voto ad uno di loro, ed è per questo che l'outing in America ha avuto un certo successo; ma non è la stessa cosa in Italia.

Gli stereotipi di tipo pseudosanitario sono diffusi anche in Italia, ma la maggior parte degli omofobi italiani sa benissimo che anche gli etero fanno quello che fanno lesbiche e gay e, sebbene l'Italia abbia in questo il primato europeo, la speranza di vita alla nascita nel nostro paese (80,3 anni) supera quella degli USA (78,2 anni) - eppure la spesa sanitaria italiana (9,5% del PIL) è abissalmente inferiore a quella USA (17,4%), secondo i dati OCSE del 2009, e la prevalenza dell'AIDS, secondo questo sito e nel 2009, è dello 0,3% in Italia e dello 0,6% negli USA.

Un omofobo italiano non può perciò sostenere che i gay sono un pericolo per la salute pubblica senza rendersi ridicolo; ma per lui i gay sono pericolosi per un altro motivo, specificamente culturale.

La società italiana, così come quella americana e quasi tutte le società del mondo, si basa sul principio dell'"eterosessualità obbligatoria"; ma non basta avere rapporti con persone del proprio sesso per sfidare codesto principio: occorre essere convinti che quel principio è una sciocchezza e volerlo soppiantare con il pluralismo degli orientamenti sessuali.

Ad un omofobo all'italiana non dà fastidio che esistano MSM (uomini che fanno sesso con altri uomini) e WSW (donne che fanno sesso con altre donne); dà fastidio che queste persone facciano causa comune, sviluppino una subcultura, rivendichino per sé i diritti che spettano ad una minoranza etnica o linguistica, e si dichiarino pubblicamente lesbiche o gay - sfidando così l'eterosessualità obbligatoria.

La bocciatura della legge contro l'omofobia non era volta contro gli MSM e le WSW, ma contro la possibilità di riconoscere nelle lesbiche e nei gay dei gruppi sociali meritevoli di tutela - cosa che avrebbe significato privare l'eterosessualità del monopolio degli spazi e del discorso pubblico, ed avrebbe aperto la strada all'estensione della Legge Mancino alla tutela contro le discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere.
Gli ebrei possono confrontare questo con la loro storia, visto che il conte di Clermont-Tonnerre disse nel 1789 all'Assemblea Nazionale: "Si accordi tutto agli ebrei come individui, ma non come nazione", e sanno quanto quel principio abbia fatto loro male, in Francia ed altrove.

Un mio amico ebreo (non gay) aveva spiegato molto bene la situazione dicendo che essere omosessuali è come parlare una lingua diversa: chi parla questa lingua cerca altre persone con cui conversare, e magari fonda insieme con loro un club; ed alla lingua segue per forza di cose la poesia, embrione della letteratura, che è madre della cultura; e quando nasce una cultura, ci vogliono anche giornali, scuole ed accademie per diffonderla, tramandarla e perfezionarla - e guai al governo che cerchi di proibire l'uso pubblico od ufficiale di codesta lingua minoritaria!

I nostri politici MSM e WSW che ciononostante praticano l'omofobia all'italiana non lo hanno capito, e fanno la figura di chi usa la propria lingua materna solo per risolvere i cruciverba, pur di non scalfire il monopolio della lingua dominante.
Parlo di politici MSM e WSW anziché di politici gay omofobi perché credo che sia necessario distinguere il comportamento dall'autoidentificazione.

Il caso più semplice è quello di molte donne che si dichiarano lesbiche, ma ciononostante hanno anche rapporti sessuali con uomini, e non vedono in questo una contraddizione; altro semplice caso è quello delle persone che per mancanza di partner dell'altro sesso (prigionia, navigazione) hanno rapporti con persone del proprio sesso pur senza smettere di dichiararsi eterosessuali.

Ed abbiamo conosciuto, nel quadro dello Sportello Migranti, degli MSM mussulmani che rifiutavano di dichiararsi gay - cosa che complicava le pratiche per l'asilo politico, ma non riduceva certo la loro attività sessuale.

Quello che penso è che, se la lista ha un minimo di attendibilità, ha solo svelato dei politici MSM o WSW, non delle lesbiche o dei gay, perché manca il requisito dell'autoidentificazione con questi gruppi sociali e della condivisione della loro cultura.

Non c'è quindi contraddizione tra le loro inclinazioni ed il loro comportamento politico, né ai loro stessi occhi né a quelli dei loro elettori, a quali non interessava votare un uomo che facesse sesso solo con donne oppure una donna che facesse sesso solo con uomini, ma persone che sostenessero l'eterosessualità obbligatoria.

Questa è l'omofobia all'italiana, che Giovanni Dall'Orto aveva a suo tempo chiamato "tolleranza repressiva".

Da questo punto di vista l'associazione radicale "Certi Diritti" ha perfettamente ragione: il massimo che questa lista potrebbe ottenere è indurre le persone elencate a chiedere l'assoluzione al papa per le loro "debolezze della carne".

E siamo fortunati che non sono abbastanza sofisticate da tentare il gioco del dichiarare orgogliosamente: "Io non sono gay/lesbica, sono MSM/WSW; chi ha compilato la lista ha detto perciò il falso e va condannato per diffamazione, non per violazione della privacy."

Un gioco così distruggerebbe in poche udienze il lavoro svolto dal 1980 per far capire che non ci si può accontentare di essere MSM o WSW, e che sostituendo l'eterosessualità obbligatoria con il pluralismo degli orientamenti sessuali tutti vivono meglio, anche chi si dichiara etero.

Per fare questo occorre andare contro la radicata tendenza dello stato italiano a schiacciare le minoranze, anziché sostenerle - come ben sanno le minoranze religiose, etniche e linguistiche del nostro paese.

Raffaele Ladu