L'argomento del "contro natura" nell'antisemitismo europeo

[1] Argomenti per lo sterminio [Testo a stampa] : L'antisemitismo e i suoi stereotipi nella cultura europea : (1850-1920) / Francesco Germinario. - 1^ Edizione. - Torino : Einaudi, 2011. - XXIV, 396 p. ; 23 cm. - (Einaudi Storia ; 39). - ISBN 9788806207304 :     32,00 EUR

[2] http://www.haaretz.com/jewish-world/early-hitler-letter-urging-annihilation-of-jews-goes-on-display-in-u-s-1.388159

L'autore di [1] non si occupa di questioni LGBT, ma il suo libro mostra come contro gli ebrei, nel 19° e 20° secolo siano stati usati stereotipi affini a quelli usati contro le persone LGBT.

Lo stereotipo più interessante è quello dell'ebreo "effemminato" e poco "virile", nonché sessualmente "perverso" - ma lo si affronterà in dettaglio in un'altra occasione; quello su cui ora vorrei attirare l'attenzione è l'accusa degli antisemiti alla moderna società liberale di essere una società contro natura (per approfondire leggete le pagine 44-55).

Adolph Hitler è l'autore in cui questo è più evidente, ma non è originale, in quanto riprende ciò che avevano espresso autori come Maurras e Drumont qualche decennio prima.

Riassumiamo: per Hitler la natura è una potenza irresistibile a cui è insensato opporsi, in quanto è la "crudele regina di ogni saggezza". Herbert Marcuse spiega che questa concezione della natura come dimensione di originarietà mitica è molto comune nella cultura germanica, ed implica che ci sia una contrapposizione tra natura e civiltà, tra natura e storia.

Per Hitler e le persone della sua risma l'umanità, dando inizio alla storia, si è contrapposta radicalmente alla natura, sovvertendone le leggi; gli antisemiti amano le teorie cospirative, e sono convinti che la storia sia un'invenzione ebraica, in quanto tale sovversione delle leggi della natura avrebbe giovato soprattutto agli ebrei.

Penso che più eloquente di me sia Francesco Germinario, a cui cedo ora la parola (pp. 47-48):
Per verificare questa convinzione tralasciamo per un momento i nostri autori di fine Ottocento per un breve excursus su Hitler. Com'è ampiamente noto, questo è uno dei temi fondamentali del Mein Kampf. E' tutt'altro che causale che Hitler attribuisca all'ebreo la pretesa di aver voluto collocare controcorrente la società moderna rispetto ai principi cui si ispira la Natura, "crudele regina di ogni saggezza". A suo avviso è "la dottrina semita del marxismo [che] rifiuta il principio aristocratico della Natura"; sono i "moderni pacifisti ebrei" ad avere diffuso l'illusoria convinzione che "l'uomo è fatto per vincere la natura". E', questa, un'"idiozia ebraica", che pone gli uomini nella situazione "di essere una razza di eversori della natura"; è l'ebraismo "a distruggere quest'ordine [naturale]. Esso suscita costantemente la rivolta del debole contro il forte, della bestialità contro l'intelligenza, della quantità contro la qualità".
La triste conseguenza storica è, appunto, che non agli immutabili principi darwinistico-sociali della selezione dei migliori si ispira la società moderna: "dal momento che il principio parlamentare della maggioranza rifiuta l'autorità della persona e la sostituisce col numero del gregge, esso pecca nei confronti del pensiero fondamentale aristocratico della natura, dove naturalmente il concetto di nobiltà non è davvero impersonato dalle odierne classi dirigenti del nostro periodo di decadenza". Come a dire che la Natura è aristocratica, nel senso che, distinguendo il forte dal debole, privilegia i diritti del primo a danno di quelli del secondo. Viceversa la Storia, che già nella visione cospirazionista è giudicata sempre e comunque storia dell'ebreo, diviene, quasi per definizione, democratica e liberale, non foss'altro perché essa è pervenuta a un capolinea, quello della modernità, in cui tutto è stato eguagliato e omologato. La Storia è insomma lenta quanto continua erosione della Natura; essa è storia dell'insubordinazione in base ai principi ebraici di egualitarismo, omologazione delle differenze e appiattimento delle gerarchie contro i principi aristocratici della Natura, che in epoca borghese sono stati del tutto sospesi dalle loro funzioni. Fin qui Hitler.
Germinario avverte che lo stereotipo dell'ebreo "cospiratore" si intreccia con quello dell'ebreo "effemminato", in quanto per natura dovrebbe essere il maschio forte e virile a dominare, ma l'antisemita vede al comando la "razza femminea", cioè gli ebrei, o direttamente od attraverso persone ebreizzate o che hanno inconsapevolmente assorbito valori ebraici.

Non mancano le affinità tra questi stereotipi e ciò che gli omofobi più virulenti dicono delle persone LGBT, ovvero di essere contro natura e di perseguire il dominio del mondo, direttamente od attraverso persone che condividono i loro valori.

Sia l'omofobo che l'antisemita sono terrorizzati dalle persone "velate", quelle che soltanto il "Jewdar" od il "gaydar" può riconoscere, e che per questo diventano veicoli d'influenza dell'ebraismo o dell'"omosessualismo"; e la loro ossessione per le malattie (presunte) tipiche degli ebrei e dei gay è anche un tentativo di riconoscere grazie a loro la persona "velata".

Prima di arrivare all'"eliminazionismo", gli antisemiti intendevano mantenere segregati gli ebrei nei ghetti, in modo da difendere la società ariana dal contatto con gli ebrei - secondo loro, la maggioranza ariana non avrebbe assimilato la minoranza ebraica, ma si sarebbe lasciata circuire ed assoggettare da quest'ultima; e molti omofobi si mostrano convinti che gli omosessuali siano una minaccia per la famiglia e la società di gravità più che proporzionale al loro effettivo numero in quanto capaci di "reclutare" gli eterosessuali; e questo giustificherebbe ai loro occhi le discriminazioni sociali e provvedimenti come il confino ed il campo di concentramento.

Il sogno di questo genere di antisemiti (e, immagino, anche di omofobi) è giungere alla fine della storia, ad una situazione in cui tutto ciò che l'uomo nella sua evoluzione sociale ha costruito crolla, e si torna a vivere secondo le presunte leggi della natura - che sottomettono le donne agli uomini, isolano gli ebrei dagli ariani, impediscono alle persone LGBT di esistere, fanno dell'oppressione del debole da parte del forte indiscutibile realtà.

Raffaele Ladu



La foto riproduce la firma di Adolph Hitler in calce ad una lettera redatta nel 1919, in cui appare per la prima volta tutta l'inumanità del suo antisemitismo - tratta da [2].