Recensione: Mirella Izzo, Translesbismo. Istruzioni per l'uso - risposta di Mirella Izzo

Risposta di Mirella Izzo all'interrogativo posto nella recensione del suo libro:

(quote)

Rispondo al tuo quesito. In genere si. Anche le trans giovani hanno più coscienza dei valori dell'essere donna rispetto alle coetanee nate tali. Con coscienza dell'essere donna faccio riferimento ad alcune "disposizioni" quasi universalmente accettate, come la minor competitività, la maggior accoglienza, una visione dei problemi meno separata tra ratio e sentimento e non agli stereotipi di genere.
 
E' proprio il percorso di transizione che obbliga ad alcune riflessioni: per una "neo donna" nulla è dato per scontato in questo passaggio. E' chiaro che esiste anche una componente extra genere ed extra generazionale che è l'individuale capacità di autoanalisi. Una realtà univiersale che investe l'essere umano in quanto tale. Riferendosi però ad una generalità io noto maggior coscienza anche fra le giovanissime trans, rispetto alle giovanissime donne nate tali. Non a caso nasce il Transfemminismo che si differenzia dal femminismo anche più "duro e puro" per la maggiore "estensione" rispetto alle armi e conseguenze nella vita femminile messe in atto dal maschilismo.
 
Cosa che spesso fra le donne è un "dato di fatto" acquisito. L'esempio che facccio nel libro è il parlare usando il maschile neutro. Poche donne nate tali vivono questo fatto come intimamente (non solo ideologicamente) distonico... Quasi tutte le trans devono imparare ad usarlo (o rifiutarsi di farlo, accettando la conseguenza di un esprimersi grammaticalmente scorretto, in una grammatica "maschile") senza mai riconoscersi in unn un "noi" composto da una trans o da una donna e da un uomo che si declini al maschile (es. "Io e mario siamo andatI...). Personalmente ti garantisco che ogni volta che devo dire un "siamo andati" parlando di me e di un uomo che è con me, faccio veramente fatica... anzi è il mio cervello che si "intoppa" per un microsecondo e mi blocca. Poi decido di usarlo per non stare a discutere ogni volta... Questo non credo accada ad una elevata percentuale di donne nate tali, giovani e non. Non a questo livello intimo, pre-ideale o pre-ideologico.
Non avviene solo per il linguaggio. Vi sono cento altri modi di cui la mentalità maschilista si serve per "piegare" e "bypassare" l'attenzione femminile all'imminente fregatura. Non c'è niente da fare: essere state "spie" irriconoscibili di maschio fra i maschi determina un accumulo enorme di informazioni sulle dinamiche maschiliste in ogni ambiente: dal gruppo di amici, alla riunione di lavoro... Ribadisco che alla fine conta anche la capacità individuale di percepire le cose e analizzarle. In parte, la differenza è fatta dalla persona in quanto tale a prescindere dal gender. Resta che, come dato statistico, ci metterei la mano sul fuoco.
 
Sono veramente molte le donne che si rivolgono a noi trans quando hanno dubbi su alcuni comportamenti maschilli che non sono sicure di interpretare... e sono le stesse che a volte ci chiedono consigli per il trucco o per un taglio di capelli. Quindi questo chiederci raramente dipende dal pensiero che possiamo consigliarle sugli uomini perché "siamo uomini anche noi".
 
Semplicemente conosciamo dinamiche più sottili del maschile e del brodo educativo in cui il maschile viene allevvato (maschilismo).
 
Analogamente, gli uomini che cercano la trans (non mi riferisco al mordi e fuggi sessuale, ma alle relazioni) perché pensano di trovare finalmente "una come loro", cioè psicologicamente maschi, trovano regolarmente un'enorme fregatura perché l'unica differenza sostanziale che troveranno è una maggior facilità a "sgamarli" quando mentono, tradiscono ecc. ecc. ma non una "maggior comprensione data dalla similitudine". A volte la maggior comprensione può nascere dalla consapevolezza che certe dinamiche testosteroniche sono incontrollabili per un maschio medio... e quindi molte di noi "chiudono entrambi gli occhi" ma sanno, vedono, sopportano.... fino a che non si stancano.
 
Quindi secondo me la questione generazionale c'entra in relazione alla cosiddetta problematica della "generazione x". Cresciuta in un brodo di abbandono familiare, cartoni giapponesi e tv di Berluskoni. che ha generato una grande difficoltà a distinguere le cose, a farsi una propria opinione, a cercare, indagare dentro di sè. Ciò detto, a parità di generazione il gap resta.. Fra le trans che non usano il corpo per professione (anche soubrette, non solo prostitute) le richieste di partecipazione a cose tipo Miss Trans sono (pesate) inferiori alla teen ager che vogliono partecipare a Miss Italia o GF... (e per quest'ultimo e x Luxuria all'Isola dei Famosi, le motivazioni a partecipare sono state spesso anche "politiche": sdoganare fra il "popolo" la condizione trans, togliendo quell'alone di stramberia che ci costruiscono spesso intorno, nel bene o nel male.
Lo dico da anni: le persone trans saranno realmente integrate nel mondo (specie del lavoro) quando anch'esse avranno il diritto alla mediocrità"... Quindi a non eccellerere o in bellezza o in intelligenza o nel lavorare più degli altri...

Un percorso che le donne nate tali ultraquarantenni ricorderanno di aver dovuto fare, analogamente, agli inizi dell'inserimento lavorativo di massa delle donne.

(unquote)